L’ex “presidente” egiziano, Hosni Mubarak, è stato assolto oggi dall’accusa di comploicità in omicidio plurimo. L’ex rais, oggi 86enne, era accusato di aver ordinato alla polizia di reprimere con ogni mezzo le rivolte popolari del 2011 in Egitto che segnarono l’inizio della caduta del suo regime: in pochi giorni furono uccise 239 persone e altre centinaia furono ferite. In totale furono oltre 800 le vittime degli scontri e della repressione.
Ma secondo la Corte d’Assise del Cairo l’ex dittatore poi destituito da un golpe militare nel febbraio del 2011 non doveva proprio essere processato e quindi non potrà essere né assolto né condannato.
L’anziano rais era presente in tribunale alla lettura della sentenza, portato in aula in elicottero dall’ospedale militare in cui è ricoverato.
Nel corso di un primo processo, nel giugno del 2012, l’ex dittatore era stato condannato all’ergastolo, ma la sentenza era stata annullata per ragioni formali e l’intero processo è iniziato da capo.
Fuori dall’aula, centinaia di manifestanti hanno inscenato una protesta contro l’ex rais ma molti altri hanno festeggiato il proscioglimento. Con Mubarak era imputato anche l’ex ministro degli Interni, Habib al-Adly e altri 6 ex responsabili dei servizi di sicurezza, anche loro tutti assolti.
Inoltre Mubarak, i suoi due figli Alaa e Gamal e il miliardario Hussein Salem sono stati assolti dalle accuse di corruzione per un caso di vendita di gas sottocosto ad Israele in accordo con Salem, e per tangenti.
L’ex dittatore dovrà comunque restare agli arresti per la sottrazione di fondi pubblici destinati ai restauri del palazzo presidenziale, reato per cui è stato condannato a tre anni di detenzione.
“Il nostro sistema giudiziario, evidentemente indignato per la negazione dei diritti di difesa di Hosni Mubarak, ha agito rapidamente per ristabilirli, come fa per tutti gli altri egiziani”, ha commentato l’avvocato dell’ex rais, Hossam Bahgat. “Il giudice ha deciso che l’accusa per la morte dei manifestanti era tecnicamente inammissibile: la procura ha infatti tecnicamente sbagliato ad accusare Mubarak tre mesi dopo la sua cacciata, perché non c’erano le basi per un processo penale”, ha spiegato.
“Finalmente il verdetto ha provato che non ho commesso reati. Me l’aspettavo, avevo fiducia in Dio e nella mia innocenza: non ho mai dato l’ordine di uccidere i manifestanti. Assolutamente no” ha dichiarato invece lo stesso Mubarak, al telefono con la tv filogovernativa Saba al Balad, dalla sua stanza d’ospedale.
Nella giornata di ieri alle proteste indette dai salafiti e dalla Fratellanza Musulmana contro l’attuale presidente Abdel Fattah al Sisi la polizia ha risposto con la forza nonostante lo scarso numero di manifestanti scesi in strada. Due dimostranti islamisti sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco e 25 sono stati feriti mentre circa 200 manifestanti sono stati arrestati.
Anche oggi si sono registrate alcune sporadiche proteste nella capitale egiziana. Un attivista anti-Mubarak del movimento ‘6 aprile’ è stato arrestato a Giza, quartiere a sud del Cairo, perché era sceso in strada in boxer, con una scritta sul corpo “Abbasso i militari”. Il movimento aveva infatti annunciato che in caso di assoluzione dell’ex rais i suoi membri sarebbero scesi in piazza nudi.
Nel paese si registrano anche alcuni attentati contro i militari a causa dei quali sono morti due ufficiali. E la “Coalizione anti-golpe” dei sostenitori del deposto presidente islamista, Mohamed Morsi, ha lanciato un appello alla “riunificazione dei rivoluzionari” del 2011 “contro il ritorno della banda di Mubarak al potere”. Ma se oggi il regime militare di Al Sisi reprime gli islamisti esattamente come faceva Mubarak quando Morsi era al governo utilizzò il pugno di ferro contro le opposizioni laiche e di sinistra.
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