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Gli Usa riportano in Europa i missili nucleari? Kiev raddoppia le spese militari

Un nuovo convoglio di aiuti umanitari provenienti dalla Russia è arrivato, nonostante l’ennesimo divieto da parte del governo di Kiev, nelle città assediate del Donbass per rifornire centinaia di migliaia di cittadini da tempo allo stremo di derrate alimentari, acqua potaboli, medicinali, materiali da costruzione e pezzi di ricambio. Il nono convoglio umanitario era composto da ben 130 camion carichi di 1200 di aiuti.

Intanto le dichiarazioni trionfalistiche dell’oligarca Poroshenko, che ieri annunciava soddisfatto che la tregua raggiunta dal 9 dicembre per la prima volta stava reggendo, sono state smentite dai fatti. Dopo poche ore infatti i combattimenti sono ripresi in alcune località, anche se per ora con una intensità minore rispetto alle giornate precedenti. Si segnalano vari feriti e due miliziani del battaglione neonazista Azov morti in un attacco dei guerriglieri indipendentisti vicino alla città costiera di Mariupol. Gli scontri sono ripresi anche nei dintorni dell’ormai devastato aeroporto di Donetsk.

Poroshenko – e l’Unione Europea – gradirebbe assai la normalizzazione della situazione, così come il governo russo che sta facendo di tutto per convincere i ‘separatisti’ del Donbass ad accettare un compromesso con i golpisti di Kiev e a trattare per il riconoscimento di un’ampia autonomia per le regioni russofone del sud-est ma comunque sotto l’autorità del governo centrale ucraino.

Ma d’altro canto le autorità ucraine hanno lanciato, nonostante la bancarotta economica ormai conclamata, un vasto piano di riarmo del paese in vista di un possibile acuirsi dello scontro militare con le milizie popolari del Donbass e in funzione antirussa. In un paese che rischia il fallimento e che si è dato mani e piedi alla Troika in cambio di miliardi di dollari di prestiti, il ministro della Difesa Stepan Poltorak ha annunciato che per il 2015 le spese militari saranno più che raddoppiate e portate a 2,4 miliardi di euro.
Tra le varie misure è previsto che Kiev chiami in servizio altri 40 mila soldati il prossimo anno. “Prevediamo di chiamare 40mila uomini nel 2015 e di addestrare 10.500 persone che prenderanno servizio come militari di professione” ha informato il responsabile della Difesa affermando che nel 2015 il totale degli uomini in forza nell’esercito regolare salirà a 250mila dai 232mila attuali (diserzioni permettendo, ovviamente). L’Ucraina ha eliminato il servizio militare obbligatorio nell’ottobre 2013, ma lo ha parzialmente reintrodotto a maggio dopo l’inizio della guerra civile nelle regioni orientali. Allo stesso tempo il governo golpista ha deciso di legalizzare e legittimare i battaglioni di estrema destra agli ordini di vari oligarchi integrandoli nella Guardia Nazionale, corpo complementare alle Forze Armate regolari.

Al riarmo dell’Ucraina, che dovrebbe presto varare la fine dello status di neutralità militare come preludio al suo ingresso nell’Alleanza Atlantica, si affianca il processo di militarizzazione del fronte orientale e settentrionale europeo messo in atto da Washington ai confini della Federazione Russa.
Il Pentagono starebbe prendendo in considerazione la possibilità di schierare di nuovo missili nucleari in Europa con il pretesto che la Russia non avrebbe rispettato il trattato bilaterale Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), firmato nel dicembre 1987 da Usa e Urss, dai presidenti Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, accordo che prevedeva di eliminare missili balistici e da crociera di medio raggio tra i 500 e i 5.500 chilometri. La “possibilità” – foriera di gravi conseguenze – è stata annunciata da Brian P. McKeon, vice sottosegretario delle politiche della Difesa di Washington, nel corso di un’audizione alla Camera dei Rappresentanti.

 

In attesa di portare nelle loro basi dell’Europa orientale i loro missili nucleari, gli Stati Uniti stanno ammassando nelle Repubbliche Baltiche, in Polonia e Romania una gran quantità di soldati e mezzi da combattimento. Le autorità della Lettonia hanno confermato che lo scorso 7 dicembre un treno speciale trasportava numerosi veicoli della prima divisione di cavalleria dell’Esercito degli Stati Uniti: “Almeno 38 veicoli e numerosi semirimorchi, tra cui otto veicoli da combattimento Bradley, nove M113 APCs (Armored Personnel Carriers), quattro petroliere, un autocarro HEMTTs (Heavy Expanded Mobility Tactical Camion), un veicolo multiuso da ricognizione (HMMWV), un mezzo di recupero (M88 Hercules Armory), due camion, alcuni veicoli con strumentazione tecnica e medica, almeno quattro container e un paio di vagoni di munizioni” ha informato la catena televisiva russa RT.
La destinazione dell’arsenale in movimento diversi paesi dell’area, dove sono in programma ennesima esercitazioni militari statunitensi e dove molti di quei mezzi e di quelle armi rimarranno anche dopo la fine delle manovre.

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