Scrive Michele Giorgio su Nena News a proposito dell’episodio rivelatore delle crescenti tensioni tra Israele e Stati Uniti: “Che ingrati i coloni israeliani. Dovrebbero ringraziare giorno e notte gli Stati Uniti sempre pronti ad impedire una soluzione della questione palestinese fondata sulla legalità internazionale. L’ultima volta appena qualche giorno fa, quando gli Usa hanno minacciato di bloccare con il veto la risoluzione presentata dai palestinesi, bocciata per un solo voto dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che chiedeva la fine dell’occupazione israeliana entro il 2017. E invece i settler non si accontentano, mai, e non esitano a ricambiare l’appoggio totale degli Usa a Israele con accuse pesanti alla linea di Washington nella regione”.
La notizia è questa: alcuni diplomatici del Consolato degli Stati Uniti di Gerusalemme est sono stati attaccati ieri a sassate da un gruppo di coloni ebrei mentre compivano un sopralluogo nei campi del villaggio palestinese di Turmus-Aya (vicino a Nablus, in Cisgiordania) dove il giorno precedente circa cinquemila degli ottomila alberelli di ulivo da poco piantati nell’area erano stati sradicati in una delle tante spedizioni intimidatorie messe a segno dagli estremisti della colonia di Adey-Ad contro i contadini palestinesi.
Gli ottomila alberelli erano stati piantati a metà dicembre per confermare la volontà dei contadini palestinesi di non abbandonare le loro terre minacciate di confisca a favore di Adey-Ad che è un avamposto colonico illegale anche per la legge israeliana ma che conta di ottenere il riconoscimento da parte del governo Netanyahu, aperto fautore della colonizzazione della Cisgiordania occupata.
I funzionari statunitensi sono giunti nella zona a bordo di due automezzi accompagnati da abitanti del villaggio e senza informare preventivamente l’esercito o la polizia israeliana per verificare di persona quanto era accaduto. E la reazione dei coloni é stata violenta. Una gragnola di pietre è piovuta sugli automezzi del Consolato, uno dei quali é stato danneggiato. Secondo gli aggressori, alcuni agenti di sicurezza statunitensi avrebbero puntato contro i coloni un fucile M-16 e una pistola, ma senza sparare. Rimasti indenni, i diplomatici hanno lasciato rapidamente la zona senza rilasciare commenti, mentre la polizia israeliana ha aperto un’inchiesta. Nei mesi scorsi i coloni di Adey Ad erano già stati oggetto di indagini perché sospettati di aver dato fuoco a una moschea vicina e attaccato con bottiglie incendiarie una casa abitata da palestinesi, ma poi nessuno era stato arrestato nessuno.
I coloni estremisti, di recente, non hanno esitato a prendersela persino con pattuglie dell’esercito israeliano, ‘punite’ giorni fa per aver monitorato i lavori agricoli degli abitanti palestinesi di Turmus-Aya. Una pista utilizzata dai militari é stata cosparsa di lunghi chiodi che hanno forato le gomme di alcune jeep. Nella stessa zona i palestinesi esasperati hanno condotto una serie di attacchi sia contro i militari occupanti sia contro i coloni. Alla fine di dicembre una bambina ebrea è rimasta gravemente ferita quando l’automobile sulla quale viaggiava con il padre è stata centrata da una molotov. La settimana seguente, nella zona di Nablus, un adolescente palestinese é stato colpito a morte da soldati israeliani dopo che, secondo la versione ufficiale, aveva lanciato delle pietre contro alcuni veicoli in transito.
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