A quattro anni dalla primavera araba, le forze armate Usa rafforzano la partnership con uno storico alleato nordafricano per contrastare la penetrazione del “terrorismo” islamico-radicale nel Mediterraneo. Si tratta della Tunisia, paese al centro di una lunga e grave crisi sociale ed economica che, grazie a Washington, ha però varato un dispendiosissimo programma di riarmo e potenziamento del dispositivo bellico. Nei giorni scorsi, la Defense Security Cooperation Agency – agenzia statunitense per la cooperazione alla difesa e alla sicurezza – ha approvato la vendita al governo tunisino di dodici elicotteri da combattimento e trasporto tattico Sikorsky UH-60M “Black Hawk”, per una spesa di 700 milioni di dollari che include il supporto addestrativo e tecnico-logistico del personale tunisino. I velivoli potranno trasportare sino a undici militari alla volta e saranno armati con mitragliatrici M134 7.62 da 51 mm e GAU-19.50 BMG 12.7 da 99 mm, razzi a guida laser, missili “Hellfire”. La Tunisia ha anche chiesto a Washington una serie di apparecchiature per i “Black Hawk” come motori, sistemi di posizionamento globale e per la pianificazione delle missioni aeree, sistemi radio VHF (Very High Frequency), UHF (Ultra High Frequency) e per la trasmissione ai satelliti, apparecchiature e sistemi di rilevamento anti-missile, ecc.
Gli elicotteri che sostituiranno i vecchi velivoli HH-3E “Jolly Green Giant” (anch’essi prodotti dalla statunitense Sikorsky) saranno rischierati presso l’eliporto di Pointe Karoube, all’interno della base aerea di Biserta – Sidi Ahmed. “Il trasferimento dei Black Hawk alla Tunisia contribuirà alla politica estera e alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America e migliorerà la sicurezza di un paese amico del nord Africa”, ha dichiarato il portavoce della Defense Security Cooperation Agency. “I nuovi elicotteri potenzieranno le capacità della Tunisia nel contrastare le minacce regionali e nel supportare le operazioni anti-terrorismo, consentendo altresì la realizzazioni di attività di pattugliamento dei confini e di pronto intervento delle unità aeree e terrestri”. L’agenzia di cooperazione alla difesa ha annunciato che nel 2015 sarà autorizzato il trasferimento di altri “aiuti militari” per oltre 60 milioni di dollari, in particolare sistemi di rilevamento di esplosivi e un numero non specificato di unità navali alla Marina tunisina.
Lo scorso mese di dicembre, l’aeronautica militare tunisina ha ricevuto dalla statunitense Lockheed Martin il secondo dei due aerei da trasporto C-130J-30 “Super Hercules” commissionati nel 2012. I velivoli sono stati assegnati al 21° Squadrone, anch’esso di base nello scalo aereo di Biserta – Sidi Ahmed. “Grazie i nuovi C-130J Super Hercules la Tunisia potrà svolgere un ampio spettro di missioni, compresi gli interventi di pronto intervento a livello mondiale, il combattimento a fuoco e le tradizionali attività di trasporto aereo”, hanno riferito i manager di Lockheed Martin. “I C-130J sono ideali per il continente africano perché sono prodotti in differenti varianti: per le operazioni di intelligence, sorveglianza riconoscimento (ISR), la guerra contro le unità navali e i sottomarini, il trasporto VIP e truppe, il lancio di paracadutisti, la ricerca e soccorso, la guerra elettronica, l’aiuto umanitario”. I velivoli possono essere dotati di sensori elettro-ottici ai raggi infrarossi, sistemi radar avanzati, magnetic anomaly detector, siluri e missili antinave.
Sempre nel 2014, Washington ha consegnato alla Marina militare tunisina due pattugliatori di 13.5 metri, a cui si aggiungeranno entro il febbraio 2015 altre sette motovedette di 7,6 metri. “Le due unità veloci, del costo di più di 2 milioni di dollari, fanno parte di un nuovo programma di assistenza alla Marina tunisina per rafforzare la sicurezza marittima contro il terrorismo che colpisce la regione mediterranea”, ha dichiarato l’ambasciatore Usa Jake Walles. “Il Comando delle forze armate Usa per il continente africano – US AFRICOM – sta inoltre sviluppando alcuni interventi d’assistenza delle forze armate tunisine, compresa la condivisione delle informazioni, l’espansione delle attività di addestramento e la fornitura di equipaggiamento avanzato”. Gli Stati Uniti hanno pure completato la consegna alle unità speciali anti-terrorismo delle forze armate e di polizia tunisine di una decina di tonnellate di “equipaggiamento difensivo”, tra cui caschi protettivi e giubbotti antiproiettile. “Gli Stati Uniti stanno pure sostenendo il piano varato dal governo tunisino per centralizzare il sistema d’intelligence anti-terrorismo, che sarà diretto da uno staff interforze specializzato dei ministeri dell’Interno, della Difesa e della Giustizia”, ha aggiunto l’ambasciatore Walles. “La Tunisia farà presto parte insieme ad altri cinque paesi africani della nuova Security Governance Initiative (SGI) a guida Usa, che avrà lo scopo di rafforzare le capacità di gestione della difesa di queste nazioni”.
Elicotteri, aerei da guerra e sistemi d’intelligence saranno utilizzati prevalentemente contro i gruppi islamico-radicali operanti nel Maghreb, come Ansar al Sharia e le milizie filo al Qaeda. L’area in cui si sono intensificati maggiormente gli scontri con le forze armate tunisine è quella montuosa del Chaambi, al confine con l’Algeria. L’evento più sanguinoso risale al 17 luglio scorso, quando un commando ha attaccato a Henchir Tella (governatorato di Kasserine) una pattuglia dell’esercito, causando la morte di 14 militari e oltre una ventina di feriti.
Anche l’Italia è direttamente impegnata nella fornitura di assistenza e sistemi d’arma avanzati alle forze armate tunisine. A febbraio sarà completata la consegna alla Marina e alla Guardia nazionale di dodici pattugliatori marittimi P270TN e P350TN prodotti dal Cantiere Navale Vittoria (CNV) di Adria. Le unità saranno impiegate prevalentemente per impedire che le imbarcazioni “illegali” che trasportano migranti e richiedenti asilo lascino le coste nordafricane per raggiungere il sud Italia.
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