E’ stato uno dei tanti paesi a condannare la strage all’interno della sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, ma proprio oggi le autorità dell’Arabia Saudita hanno sottoposto alla fustigazione sulla pubblica piazza a Gedda un blogger ritenuto colpevole di “insulti nei confronti dell’Islam”.
Citando un testimone, Amnesty International ha confermato che l’uomo, Raif Badawi, in carcere dal 2012, ha ricevuto 50 frustate di fronte alla moschea Al Jafali, dopo la preghiera del venerdì, davanti a una folla di cittadini e agenti delle forze di sicurezza, nonostante gli appelli internazionali alle autorità di Riad perchè sospendessero l’esecuzione della condanna che però continuerà a lungo.
Quella di oggi, infatti, è soltanto la prima di una lunga serie di analoghe punizioni corporali previste per il blogger, condannato lo scorso anno a ben mille frustate, oltre che a dieci anni di reclusione e a una multa di un milione di Rial sauditi (l’equivalente di circa 270.000 dollari), perché secondo i giudici i contenuti del forum online ‘Free Saudi Liberals’ da lui creato costituirebbero un insulto nei confronti della religione islamica. Il totale delle frustate dovrebbe essergli inflitto in un periodo di 20 settimane.
Nonostante le forti critiche l’Arabia Saudita ha confermato di non essere pronta a fare sconti in materia di religione. Addirittura l’avvocato di Badawi, che Amnesty ha definito “un prigioniero di coscienza il cui unico ‘crimine’ é quello di avere esercitato il suo diritto di espressione”, il legale Walid Abul-Khair, è stato condannato lo scorso anno a 15 anni di carcere perché avrebbe “messo in pericolo il regno saudita e le sue autorità sobillando l’opinione pubblica e offendendo i giudici”. La moglie e i figli del blogger si sono invece rifugiati in Canada dopo il suo arresto per sfuggire alla prevedibile persecuzione delle autorità di Riad.
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