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Gli strani “ribelli” di Radio Popolare

Ascolto i notiziari di Radio Popolare di Milano da almeno 30 anni, ovvero, da quando mi trasferii a Milano, nel lontano 1989. Un po’ per la pessima qualità dei radio giornali di ogni altra emittente, un po’ per consolidata abitudine. E poi perché vengono trasmessi in network da ControRadio di Firenze, su cui vi risparmio ogni commento.

Ed anche stasera, durante l’edizione delle 19:30, ad un certo punto, il notiziario di Radio Pop ha dato l’immancabile notizia di un “bombardamento su civili da parte delle forze del regime siriano” con altrettanto immancabile citazione delle “forze ribelli siriane” quale autorevolissima et eccellentissima fonte.

Ora non entro qui nel merito del conflitto in atto in Siria, sulla cui natura e complessità mi sono già espresso in altre occasioni, scatenando, ahimè, reazioni opposte, ma tenendo tuttavia sempre fermo un punto: si è trattato di un’aggressione pianificata e di un atto di guerra contro un paese sovrano, né più, né meno, per come accadde in Iraq, Afghaninstan, Libia, Yemen ecc. Praticato da parte delle cosiddette “forze “ribelli siriane” e da formazioni apertamente jihadiste (quelle che praticano in maniera seriale le decapitazioni sopratutto di donne “infedeli”) sostenute e finanziate da Arabia Saudita e Qatar, Stati Uniti d’America, Francia, Regno Unito e Turchia.

A meno che non si voglia continuare a sostenere l'”esportazione della democrazia” a suon di bombe e fiumi di dollari contro paesi sovrani, non si può prescindere, a mio modestissimo parere, da una tale premessa.

Allora mi chiedo come mai Radio Popolare dall’inizio del conflitto (2011) fornisce solo notizie a senso unico sulle malefatte del “regime siriano”, citando come fonte esclusivamente le solite “forze ribelli siriane” e/o quel famigerato “osservatorio siriano dei diritti umani” che il New York Times – il New York Times! – scoprì, già nel 2013, essere, in realtà, una sola persona che abita a Londra, al servizio del governo inglese?

Insomma, nonostante tutte le evidenze emerse in questi lunghi anni di conflitto – sul fatto che nulla hanno a che vedere le forze anti-Assad con le aspirazioni di democrazia sbandierate all’inizio della così detta “primavera araba siriana” – che Radio Pop abbia continuato e continui a mantenere sul punto un profilo ostinatamente “embedded” (quasi 8 anni dall’inizio della guerra) lo trovo sconcertante e grave; soprattutto per un network che ci ripete tutti i giorni che sta lì a garantire un’informazione “libera ed indipendente”.

Non pretendo (né vorrei) che si faccia il tifo per Assad e per i Russi che lo stanno supportando. Ecco, niente tifoserie. Ma nemmeno spacciare per informazione “libera ed indipendente” delle veline che promanano direttamente dai comandi militari e/o dalle intelligence dei paesi aggressori.

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5 Commenti


  • federico

    radio Popolare è cambiata. A poco a poo me ne sono allontanato. Il punto più baso è stato quando non ha preso una chiara posizione del referendum contro il cambio delle leggi costtuzionali. Pazienza, me ne sono fatto una ragione.


  • Mara

    Pienamente d’accordo con l’articolo. L’esperto di Siria, E. Valenti, riporta le sue fonti “ufficiali” e le sue opinioni. Ma siccome neanche lo conosco, a me delle sue opinioni non interessa granché. Da abbonata, mattonata, azionata, ecc. vorrei sentire i fatti. Ciò fa la differenza con un bravo giornalista.


  • Roberto

    …..sono d’accordo con la lettera sopracitata….ma devo dire che trovo comunque sempre interessanti le notizie, magari alcune volte limitate, alte volte lacunose….ma radio pop…resta sempre importante e differente da tante altre radio di informazione…. anche se è meno di sinistra di alcuni anni fa….coraggio radio pop….siete sempre comunque importanti….!


  • giancarlo staffolani

    la benota bandiera delle “forze ribellisiriane” agitata in manifestazioni anche in Italia da “sinistri trosko-libertari”, oggi sventola sui carri rmati turchi che attaccano la Siria.


  • giancarlo staffolani

    la ben nota bandiera delle “forze ribell isiriane” agitata in manifestazioni anche in Italia dai “sinistri trosko-libertari”, oggi sventola sui carri armati turchi che attaccano la Siria dal nord.

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