I mondiali di calcio del Qatar di nuovo nel mirino, dopo le molteplici denunce sulla condizione in cui sono costretti a lavorare migliaia di operai asiatici ridotti praticamente in schiavitù e “importati” per realizzare gli stadi e le altre infrastrutture necessarie allo svolgimento della competizione sportiva internazionale. Uno sfruttamento che costa la vita, secondo le denunce, ad almeno un operaio al giorno ormai da anni.
Questa volta a puntare il mirino contro la piccola ma potentissima petromonarchia è un rapporto approvato dalla Commissione cultura dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Forse infastidito che i campionati mondiali non se li sia aggiudicati una potenza europea o occidentale, forse in ossequio ad una competizione globale che sfocia ormai anche in campo sportivo. Ma la denuncia sembra avere una solida base.
“La decisione della Fifa di assegnare al Qatar la Coppa del mondo di calcio del 2022 è radicalmente viziata”, perchè l’allora presidente della Confederazione asiatica di calcio, Bin Hammam, “ha versato somme di denaro considerevoli per assicurare al Qatar i voti dei rappresentanti della confederazione africana di calcio, facenti parte dell’Esecutivo Fifa”.
La Fifa “deve iniziare nel minor tempo possibile una nuova procedura per l’assegnazione della Coppa del Mondo 2022”, chiede l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa nel rapporto.
Il rapporto non ha forza vincolante, ma una volta approvato in plenaria il prossimo aprile “avrà un forte significato politico” dicono fonti dell’organizzazione paneuropea. Nel documento si afferma che la Fifa “non sembra ancora in grado di mettere fine ai casi di corruzione al suo interno” e che “i risultati delle inchieste condotte dalla sua commissione etica sull’attribuzione delle Coppe del Mondo del 2018 alla Russia e del 2022 al Qatar, anche se divulgati solo parzialmente, mostrano l’ampia diffusione di pratiche estremamente dubbiose che sembrano fare parte integrante del sistema”. Nel rapporto si chiede quindi alla Fifa non solo di “iniziare nel minor tempo possibile una nuova procedura per l’assegnazione della Coppa del Mondo 2022”, ma di “continuare con le riforme che si è impegnata a fare in base alle raccomandazioni contenute in un precedente rapporto dell’assemblea parlamentare”, un testo approvato nel 2012. Nel rapporto si chiede poi alla Fifa, Uefa e Cio di “assicurare che tutti i paesi candidati a organizzare eventi sportivi maggiori si impegnino a rispettare gli standard internazionali in materia di diritti fondamentali, in tutte le attività legate alla preparazione della competizione, e alla sua programmazione”.
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