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Turchia: voglia di Impero Ottomano e speculazione

Nella Turchia del presidente Recep Tayyip Erdogan anche in politica ormai ‘ottomano é bello’: cosi diversi candidati onorevoli alle politiche di giugno del partito islamista Akp appaiono già sui manifesti elettorali vestiti da sultani o visir, con tanto di baffi posticci a manubrio.
Il quotidiano Hurriyet ha riprodotto i manifesti elettorali di diversi candidati alle politiche – con il logo della lampadina dell’Akp di Erdogan – in posa con vestiti da dignitari della Sublime Porta. Psman Yavuz, candidato a Konya, ha scelto un colbacco di pelo di lupo, barba e pelliccia selgiudiche, sotto lo slogan “Hep Birlikte Yeni Turkiye”, “Tutti insieme per la nuova Turchia”, quella di Erdogan. Ad Ankara Cihangir Tahir ha scelto turbante e caffettano blu-shoking, e un enorme paio di baffi tradozionali. Ersin Karababa a Tokat, nel nord, ha optato per un abito rosso e oro da sultano del Seicento. il virus ha contagiato anche le aspiranti onorevoli. Nalan Aktas a Istanbul appare semivelata, vestita da favorita del sultano. Le candidate per la prima volta dal 1923 possono presentarsi velate.
Erdogan, ‘il Sultano’, é un grande ammiratore del glorioso passato e imperiale della Turchia. Non perde un’occasione per rendere omaggio alla ‘grandeur’ ottomana. E vuole riportare il paese a un ruolo di potenza regionale perduto con il crollo nel 1923 dell’Impero ottomano e islamico, sulle cui rovine Mustafa Kemal Ataturk costruì una repubblica nazionalista e autoritaria ma laica. Il presidente islamista predica per un ritorno ai ‘valori’ e all’ispirazione religiosa dei secoli ottomani, ha riprisitinato il velo islamico, consiglia pudore e almeno tre figli alle donne turche, “affidate da Dio all’uomo” ha detto di recente. Sotto Erdogan l’architettuitra neo-ottomana, o selgiudiche, cioé pre-ottomana, dilaga nell’edilizia pubblica. Il ‘sultano’ di Ankara si é fatto costruire in stile selgiudiche un faraonico nuovo palazzo presidenziale di 1.150 stanze costato quasi mezzo miliardo di euro e che solo di bolletta elettrica dilapida centinaia di migliaia di euro.
E’ apparso nelle ultime settimane in mezzo ad una guardia d’onore costituita da 16 soldati vestiti come i guerrieri dei ’16 imperi turchi’ degli ultimi due millenni. E in stile selgiuchide sarà edificata la nuova città di mezzo milione di abitanti all’imbocco dell’ultimo ‘progetto pazzo’ lanciato da Erdogan, il canale artificiale che sdoppierà il Bosforo facendo della parte europea di Istanbul un’isola.

Per il ‘sultano’, accusato dall’opposizione di trasformare il paese in uno stato islamico autoritario, le prossime elezioni politiche sono cruciali. Vuole 400 deputati, i due terzi del parlamento, per cambiare la costituzione e istituire un regime presidenziale che gli dia pieni poteri. La deputata islamica Tulay Babuscu avverte, l’impero ottomano sta per tornare, grazie alla “sublime saggezza del nostro grande presidente”. “La pausa pubblicitaria di 90 anni (di repubblica) per un impero di sei secoli – ha previsto – é finita”.

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