E’ precipitata senza annunciarsi ieri notte verso le 22. Col vento impetuoso di chi non è avvezzo a ostacoli di sorta. Arriva dal deserto del Sahara che si estende e guadagna sempre più terreno. La tempesta di sabbia ha sorpreso tutti come un’eclisse di cielo. Le scarne lampade funzionanti lungo le strade sono state inghiottite dalla polvere. Una sabbia raffinata dal vento che penetra i vestiti e le mani. Si infiltra ovunque e a nulla serve chiudere porte e finestre. Come un filtro che tutto deforma e avvicinando allontana. La polvere tiene in ostaggio gli occhi. Si sentono recintati e vedono nemici ovunque. Le guerre cominciano da occhi impolverati e incrostati di sabbia. Il comunicato del ministro della difesa nigerino non lascia alcun dubbio. La campagna MAI DOUNAMA sta portando i frutti sperati. Le basi del nemico sono distrutte e il settore è stato ‘ripulito’. Sono 228 i nemici morti contro uno al quale vanno le condoglianze. MAI era un famoso imperatore di molti secoli fa.
E’ una polvere migrante che dal deserto del Sahara si spinge fino all’oceano. Neppure il Mediterraneo riesce a fermarla. La tempesta impresta la sabbia alle strade di Niamey. Dopo un paio di giorni vengono arruolati giovani e donne con l’uniforme. Ripuliscono le strade con un semplice spostamento geografico. La sabbia migra da una corsia all’altra e tutto torna come prima il mattino seguente. E’ stata senza dubbio la polvere che ha spinto la moglie a uccidere il marito a Wadata. Lì c’è un mercato popolare e una rotonda impossibile da imboccare. I giovani che hanno incendiato le chiese di Niamey da lì sono partiti con la benzina. La signora ha profittato del sonno del marito per vendicarsi della rivale. C’era già un divorzio in corso, rimangono i tre figli e lei in carcere. Tutta questione di polvere che si insedia nel cuore almeno fino alla prima pioggia. I commenti scritti sul net invitano Dio a prendersi cura di loro. Che dia il paradiso al defunto. E che protegga i mariti.
Dev’essere stata la polvere quella che è scesa sull’Assemblea Nazionale del Paese. La fiera delle vanità non ha limiti nè confini. Per un paese circondato da stati in cerca d’autore non rimane altro che la guerra. L’unica che si dovrebbe combattere è quella contro la povertà. Si preferisce combattere quella contro i poveri con le armi e con la politica. Le armi vengono fabbricate in occidente e vendute perché ci siano guerre senza fine. Tutti dicono che la guerra sarà lunga, difficile e costosa. Ma anche la Cina fa ormai parte, assieme alla Russia, del plotone di testa guidato dagli Stati Uniti, dei produttori d’armi. Nuove guerre perché la fabbrica dei nemici non finisce mai. Ditelo ad Areva, che quasi fa finta di fallire per via dell’uranio. La corte d’appello di Parigi ha confermato l’accusa di corruzione delle autorità del Niger. Al momento di rivedere il contratto di sfruttamento dell’uranio si è fatto dono di un aereo al Presidente. 23 miliardi di franchi in cambio del contratto.
Questo venerdì alle 17 a Niamey c’era vento carico di polvere con temperature in aumento. La stagione calda dura da marzo a maggio e la temperatura supera i quaranta. Questo periodo è accompagnato, talvolta, da tempeste di sabbia. Segue una stagione delle pioggie, tra giugno e settembre, umida e pesante. Nel Sahel la stagione fresca inizia a novembre e arriva fino a febbraio. Le temperature si aggirano sui trenta gradi. Questa è l’epoca migliore per chi vuole visitare il Paese.
*Mauro Armanino, Niamey, marzo 015
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