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Yemen: ribelli entrano ad Aden ed espugnano palazzo presidenziale

Le operazioni scatenate dall’Arabia Saudita a capo di una vasta coalizione militare composta da vari paesi sunniti non sembrano sortire gli effetti sperati dal regno feudale wahabita.

Mentre decine di migliaia scendono in piazza nella capitale Sana’a e in altre città del centro-nord del paese per sostenere i ribelli, dopo aspri combattimenti oggi le milizie degli sciiti Houthi e i reparti delle forze armate fedeli all’ex presidente Saleh hanno espugnato il palazzo presidenziale di Aden, nel sud del paese, proseguendo la loro avanzata nel centro della città portuale dove alcune settimane fa si erano rifugiati Hadi e i suoi ministri, spodestati dai ribelli e che Riad ha intenzione di rimettere in sella. L’ex premier Hadi si era rifugiato proprio in quel palazzo, prima di fuggire in Arabia Saudita dopo una breve sosta in Oman. “Decine di miliziani houthi e i loro alleati, arrivati a bordo di blindati e di mezzi da trasporto truppe, sono appena entrati nel palazzo presidenziale al Maashiq”, ha dichiarato all’agenzia Afp un ufficiale che è stato testimone dell’ingresso dei ribelli nel complesso. Secondo alcune fonti oggi almeno 44 persone, tra cui 18 civili, sarebbero state uccise ad Aden. “Venti ribelli Houthi sono stati uccisi negli scontri”, ha indicato una fonte militare mentre una fonte medica riferisce “della morte di 18 civili e di 6 membri dei comitati popolari paramilitari”, le milizie sunnite che difendono il capo di stato yemenita. Già ieri un gran numero di Houthi a bordo di una colonna carri armati avevano raggiunto il centro di Aden, nonostante i massicci bombardamenti della coalizione sunnita degli ultimi giorni.
In mattinata una fonte responsabile del porto yemenita di Aden aveva smentito l’arrivo di una forza militare straniera presso lo scalo marittimo. In alcune dichiarazioni rese al quotidiano online “Aden al-Ghad”, la fonte ha precisato che una corazzata cinese è arrivata al porto per imbarcare i cittadini cinesi e di altri paesi – tra cui anche alcuni italiani – e sbarcare alcuni cittadini arabi, ma al momento dell’attracco sarebbe finita sotto i colpi di arma da fuoco sparati da ignoti. In quel momento, ha aggiunto la fonte, decine di soldati della corazzata sono stati dispiegati nell’area del porto per proteggere le persone che erano a bordo, ma in seguito i soldati sono risaliti sulla nave, che ha lasciato il porto. 

I sauditi hanno invece reso nota, per la prima volta dall’inizio delle operazioni, la morte di un loro militare: si tratta di una guardia di frontiera, uccisa – secondo l’agenzia di stampa SPA, di Riad – da spari provenienti da oltreconfine.

Intanto, nel sud-est del paese, Al Qaeda nella Penisola Araba (Aqpa) ha assaltato la prigione di Moukalla, liberando circa 300 detenuti tra cui Khaled Batarfi, uno dei suoi comandanti, approfittando del caos provocato dal conflitto in corso. A Makalla, oltre al carcere, i combattenti estremisti hanno attaccato il complesso dell’autorità provinciale, la sede della banca centrale e dei commissariati di polizia.

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