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“Isis pronto ad attaccare la Tunisia”. Imboscata jihadista, uccisi soldati

Tre soldati tunisini sono stati uccisi e altri nove feriti in un’imboscata scattata nella regione di Kasserine, nel centro-ovest del paese, dove l’insorgenza fondamentalista islamica sembra ben radicata da tempo. Lo ha reso noto il ministero della Difesa, senza tuttavia fornire altri dettagli se non il nome della località in cui sono avvenuti i fatti, Sbeïtla.
Due hummer ed un camion dell’esercito sono stati attaccati, intorno all’ora di pranzo, da un commando di jihadisti composto da circa 8 uomini, a colpi di RPG e kalashnikov nei pressi del monte Mghila a quindici km da Sbeïtla.
Dal dicembre 2012, quando le forze armate tunisine hanno iniziato una lotta per neutralizzare i gruppi fondamentalisti islamici armati attivi nella zona, sono circa 60 i soldati morti in imboscate o a causa dell’esplosione di mine.
Nell’area è attivo il gruppo Okba Ibn Nafaa, di matrice qaedista e che le autorità considerano coinvolto anche nell’attacco del mese scorso al museo del Bardo a Tunisi. A fine marzo era stata annunciata la morte del leader del gruppo, l’algerino Abu Sakhr.
Le imboscate contro le forze di sicurezza nella regione di Kasserine sono state frequenti negli ultimi mesi: ad esempio lo scorso 18 febbraio un commando di venti persone aveva attaccato un checkpoint nella zona, uccidendo quattro agenti di polizia.
L’allarme intanto nel paese nordafricano cresce. Sarebbero circa 1500 i combattenti tunisini presenti attualmente nei campi di addestramento gestiti in territorio libico da Abou Iyadh, leader dell’organizzazione terroristica Ansar al Sharia, ricercato dalle autorità tunisine. Lo ha affermato la presidente del Centro internazionale di Studi Strategici e Militari, la professoressa di sociologia militare ed esperta di terrorismo, Badra Gaaloul, in un’intervista al Journal Attounissia specificando che essi si starebbero preparando ad attaccare la Tunisia in forze. Secondo Badra Gaaloul, Abou Iyadh avrebbe prestato giuramento allo Stato Islamico e si sarebbe recato in Yemen nel 2013 per giocare un ruolo da mediatore con Al Qaeda e da lì avrebbe poi viaggiato in Iraq e Siria. 

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