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Usa: polizia killer, un altro morto. A marzo 111 vittime degli agenti

Un altro episodio riporta sulle pagine dei giornali la violenza e il razzismo della polizia statunitense. Un poliziotto bianco è stato arrestato e incriminato per omicidio – il che costituisce già una novità rispetto alla generale impunità di cui godono gli uomini in divisa – questa notte a North Charleston, nella Carolina del Sud: l’agente ha aperto il fuoco senza motivo contro un afroamericano disarmato uccidendolo sul colpo. 

Il poliziotto, Michael Thomas Slager, ha sparato ben otto volte colpendo alla schiena l’uomo che scappava dopo essere stato fermato ad un controllo stradale perché la sua Mercedes aveva un fanalino rotto. Tutta la scena, avvenuta sabato scorso, è stata ripresa in un video che è stato diffuso dal New York Times dopo che un testimone lo aveva inviato al quotidiano impedendo così all’agente di fornire una versione edulcorata e di comodo dei fatti. L’agente 33enne si era giustificato dicendo di ‘temere per la sua vita’ dopo che l’uomo gli aveva sottratto il taser.
Ma il filmato, girato con uno smartphone, mostra un breve scontro fisico tra l’agente e l’uomo disarmato, e poi quest’ultimo allontanarsi correndo. Poi si vede l’agente che spara diversi colpi contro la vittima, che cade al suolo senza vita.
Le immagini mostrano anche che il poliziotto poi si avvicina al corpo di Scott e lo ammanetta, si allontana verso il punto in cui aveva aperto il fuoco e torna vicino alla vittima posandovi accanto un oggetto, probabilmente il taser. 
Nel mandato d’arresto è scritto che il poliziotto «Thomas Slager (…) ha ucciso illegalmente e con premeditazione la vittima». «Ha sparato alla schiena della vittima a più riprese dopo un alterco». Il sindaco della città, Keith Summey, è subito intervenuto con una conferenza stampa dopo l’arresto dell’agente: «Quando si prende una cattiva decisione, poco importa se voi siete là per proteggere la popolazione o se siete un semplice cittadino, dovrete comunque fare i conti con questa cattiva decisione»
Ora l’agente in questione rischia la pena di morte o 30 anni di detenzione anche se c’è da giurare che nei suoi confronti la giuria e il giudice potrebbero dimostrare una comprensione e una tolleranza in genere rifiutati ai normali imputati. La vittima si chiamava Walter Scott ed aveva 50 anni. 
Intanto le statistiche parlano chiaro. Secondo l’associazione ThinkProgress, nel solo mese di marzo sono state ben 111 le persone uccise nel corso di conflitti a fuoco con la polizia, 36 in più rispetto al mese precedente. La maggior parte delle persone uccise, dicono i dati, erano afroamericani o soffrivano di disturbi mentali.
Si tratta di numeri assai elevati se confrontati ad esempio con il vicino Canada dove il numero delle persone uccise da agenti di polizia in tutto il 2014 ammonta a 14, il che vuol dire ben 78 volte meno che negli Stati Uniti. Inoltre, afferma ThinkProgress, in tutta la Cina nel 2014 le persone uccise da esponenti delle forze di sicurezza sono state 12, nonostante una popolazione di 4 volte e mezzo superiore a quella di Washington. Ma per rimanere al ‘primo mondo’, afferma l’associazione, la polizia statunitense uccide 70 volte in più rispetto a tutti gli altri paesi con un sistema economico e politico paragonabile.

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