“Sarà la forza economica, non quella militare, a decidere lo scontro tra l’Occidente e la Russia sull’Ucraina”. A dirlo è stato ieri il ministro delle Finanze e ‘grande vecchio’ della politica tedesca, Wolfgang Schaeuble, durante il suo intervento alla Brookings Institution, a Washington, sul futuro dell’Eurozona. Secondo Schaeuble quello tra occidente e Russia è un “nuovo conflitto sistemico” che sarà vinto da coloro che dimostreranno di possedere il miglior modello di ‘soft power’ e l’economia più forte. “Nel lungo periodo, il conflitto con la Russia sarà deciso solo sulla base della forza economica”. “Le sanzioni europee – ha concluso – stanno decisamente avendo un impatto sulla Russia, ma noi possiamo permetterci queste sanzioni solo perché abbiamo un’economia forte”.
Insomma ingerenze e destabilizzazioni si per difendere i propri interessi strategici anche minando altri paesi, ma guerra no, sembra essere la filosofia che anima l’interventismo e l’egemonismo tedesco in questa fase.
Una linea che invece non convince gli Stati Uniti che continuano a scegliere la tradizionale e per loro obbligata carta della forza muscolare per imporre i propri interessi. Non solo alla Russia, ma ovviamente anche agli europei sempre più competitori che alleati.
La notizia era annunciata da tempo: oggi in Ucraina sono sbarcati circa 300 paracadutisti statunitensi, anche se alcune fonti di vari paesi parlano di una cifra praticamente doppia di militari a stelle e strisce impiegati a Kiev, che vanno ad aggiungersi ad alcune decine di soldati britannici arrivati nel paese scosso dalla guerra civile già alcune settimane fa, anch’essi con il compito di dare una mano alle derelitte forze armate locali. Inoltre nel paese opera anche una manciata di istruttori militari provenienti da Polonia e Canada.
“I paracadutisti della Brigata 173 sono arrivati in Ucraina per l’addestramento militare ucraino”, ha scritto sul suo account di Twitter l’ambasciatore Usa a Kiev Geoffrey Pyatt. I membri delle forze armate degli Stati Uniti provenienti dalla base di Vicenza sono sbarcati all’aeroporto ‘Borispol’ della capitale ucraina, diretti verso le regioni al confine con la Polonia, in base agli accordi precedenti che prevedevano appunto l’addestramento al combattimento della guardia nazionale di Kiev. Quella, per capirsi, formata per lo più da battaglioni di miliziani e volontari provenienti dalle varie organizzazioni ultranazionaliste o apertamente neonaziste – Pravyi Sektor, Svoboda, C14 ed altre ancora – già in prima fila durante la spallata di piazza di Maidan e poi assorbite nelle forze armate alla quale il nuovo regime ha affiancato la Guardia Nazionale. Nell’ultimo anno i battaglioni che compongono la Guardia Nazionale o vi sono associati – Donbass, Azov, Aidar, Dnepr-1, Dnepr-2 e altri – si sono resi tristemente famosi per i crimini commessi non solo contro le milizie delle Repubbliche Popolari, ma anche contro le popolazioni del Donbass strappate agli avversari e addirittura quelle delle regioni del sud est dell’Ucraina dove queste milizie hanno realizzato le proprie basi. In alcuni di questi battaglioni sono inquadrati anche numerosi mercenari – sembra contrattati dalla multinazionale Usa Academi, erede della famigerata Blackwater – oltre a volontari di estrema destra provenienti da vari paesi e arrivati a dare man forte ai loro camerati ucraini.
L’annuncio ufficiale dell’arrivo del paracadutisti Usa in Ucraina era stato dato il 29 marzo scorso dal ministro degli Interni di Kiev, Arsen Avakov, il quale aveva spiegato che sarebbero stati circa 300 e sarebbero stati di stanza nel poligono di Yavoriv, nella regione di Leopoli, a circa 50 km dal confine polacco (non a caso quella dove più alto è l’insediamento delle forze di estrema destra anima del nuovo corpo militare), per addestrare circa 900 uomini della Guardia nazionale in tre diversi turni per un periodo complessivo di sei mesi. “Ci saranno tre gruppi composti da 300 uomini della Guardia nazionale ciascuno. I tre corsi di addestramento dureranno otto settimane ciascuno e al termine verranno tenuti esercizi congiunti” aveva spiegato Avakov. “I nostri partner americani illustreranno l’uso di munizioni speciali e equipaggiamenti per le comunicazioni ai distaccamenti della Guardia che avranno seguito l’addestramento”. Nell’accordo tra Kiev e Washington è previsto che molte delle armi e degli equipaggiamenti testati durante l’addestramento e le esercitazioni rimangano poi in dotazione alle milizie ucraine. D’altronde il Pentagono il Pentagono ha già stanziato 46 milioni di dollari – dopo i 20 dello scorso anno – per rifornire le milizie della Guardia Nazionale di «equipaggiamenti militari, tra cui veicoli e visori notturni».
Il finanziamento, autorizzato dal Congresso di Washington in tempi record, viene fornito da uno speciale Fondo costituito dal Pentagono e dal Dipartimento di stato per «fornire addestramento ed equipaggiamento a forze di sicurezza straniere», così che «i paesi partner possano affrontare sfide importanti per la sicurezza nazionale degli Usa». La missione rientra nella cosiddetta «Operazione fermezza atlantica», lanciata dal Comando europeo degli Stati uniti per «riassicurare i nostri alleati, di fronte all’intervento russo in Ucraina, e quale deterrente per impedire che la Russia acquisti l’egemonia regionale».
Come se non bastasse poche settimane fa il presidente ucraino Petro Poroshenko ha promulgato la legge che accresce il numero di uomini a disposizione delle forze armate di un terzo, portandolo a 250mila unità, anche se in realtà il tasso di renitenza alla leva in molte regioni del paese raggiunge, per vari motivi, picchi altissimi, mettendo a rischio le capacità militari di Kiev e rendendo il locale regime sempre più dipendente dal sostegno della Nato e degli Stati Uniti in particolare.
Ovviamente, né le Repubbliche Popolari del Donbass – che potrebbero subire presto una nuova aggressione militare in grande stile da Kiev anche grazie al contributo statunitense – né il Cremlino hanno preso bene l’ulteriore coinvolgimento militare statunitense nella crisi. Secondo Mosca l’arrivo del paracadutisti Usa in Ucraina rischia di “destabilizzare seriamente” la situazione nel Paese. “La presenza di specialisti di un paese terzo non facilita la sistemazione del conflitto e la creazione di una buona atmosfera, al contrario, destabilizza seriamente la situazione”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
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riccardo
Speriamo che Putin sia così intelligente da prendere provvedimenti non militari ma politici screditando con prove mediatiche gli aggressori delle province filorusse.