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Riunificazione: scintille tra Erdogan e il nuovo presidente di Cipro Nord

A poche ore dall’elezione domenica sera del nuovo presidente turco-cipriota, ieri sono già volate parole grosse in diretta tv fra Mustafa Akinci, che ha fatto campagna per una riunificazione dell’isola e una maggiore emancipazione da Ankara che di fatto occupa militarmente la zona nord dell’isola dall’invasione del 1974, e il capo dello stato turco Recep Tayyip Erdogan.

Akinci, intervistato dalla tv privata Cnn Turk, stava chiedendo un rapporto più paritario e “maturo” fra l’entità turco cipriota – non riconosciuta peraltro dalla comunità internazionale – e Ankara, come “fra fratelli, non come fra la madre patria e il suo bebé” quando la trasmissione é stata addirittura interrotta per fare spazio a una conferenza stampa di Erdogan che dall’aeroporto di Ankara dov’era in partenza per il Kuwait ha attaccato il leader della colonia pronunciando alcune frasi provocatorie tipo: “Ma le sue orecchie sentono quello che dice?” e poi “Anche lavorare insieme da fratelli ha le sue condizioni. Abbiamo pagato un prezzo per Cipro, e continueremo a pagarlo”. In una inconsueta rivendicazione del carattere coloniale della tutela turca sulla parte di Cipro occupata da Ankara Erdogan ha affermato : “Cipro Nord é il nostro bebé, e continueremo a occuparcene come una madre cura il suo piccolo”. Immediata la contro-replica, sempre in diretta tv, di Akinci: “Confermo quanto ho detto, che non solo le mie orecchie hanno ascoltato, ma é stato espresso dalla mia coscienza, dal mio cuore e dalla mia mente”. “Ma la Turchia non vuole vedere crescere il suo bebé? Deve sempre essere un bebé” ha detto il neo-presidente turco-cipriota che ha poi interrotto l’intervista spiegando: “mi chiama Erdogan”.
Comincia così con una contrapposizione frontale rispetto alla ‘chioccia turca’ il mandato del socialdemocratico Mustafa Akinci, 67 anni, eletto domenica quarto leader della Repubblica Turca di Cipro del Nord (Rtcn, proclamata nel 1982 e riconosciuta solo da Ankara) avendo ottenuto il 60,5% delle preferenze nel ballottaggio con il leader turco-cipriota uscente Dervis Eroglu, 77 anni, conservatore, il quale ha ottenuto il 39,5% dei voti (e anche lui non certo simpatico a Erdogan). A detta di vari osservatori, ma anche della maggior parte degli elettori turco-ciprioti, l’elezione di Akinci riflette non solo la voglia di cambiare leadership politica nella parte dell’isola sotto occupazione militare e coloniale turca ma anche il desiderio di affrancarsi dall’ingerenza del governo di Ankara nella gestione dei negoziati con i greco-ciprioti per riunificare l’isola. Anche tra i “falchi” greco-ciprioti Akinci gode di stima ed è considerato favorevole ad una riunificazione dell’isola sulla base di un sistema federale e ad una smilitarizzazione della Rtcn per consentire un suo riavvicinamento alla comunità internazionale e un suo ingresso all’interno dell’Unione Europea. Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica di Cipro Nicos Anastasiades ha dichiarato di esser pronto a far ripartire i negoziati da egli stesso interrotti l’8 ottobre scorso per ingerenze della Turchia nella Zona economica esclusiva cipriota (Zee) dove Nicosia ha in corso ricerche di idrocarburi. Proprio la recente scoperta di grandi giacimenti sottomarini di gas al largo della costa meridionale di Cipro potrebbe costituire un incentivo per la parte turco-cipriota di tornare al tavolo negoziale.

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