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Cile: studenti e insegnanti in piazza, due morti a Valparaiso

Nel corso di una protesta degli studenti a Valparaíso, in Cile, contro le timidezze e le ambiguità del governo nella riforma del sistema scolastico classista ereditato dalla dittatura di Pinochet, due ragazzi sono stati uccisi mentre stavano disegnando dei graffiti su un muro. Si tratta di Exequiel Borbarán Díaz, 18 anni, e Diego Guzmán Farías, 24 anni, che sono stati uccisi da colpi da arma da fuoco. Dell’omicidio è stato accusato un altro ragazzo di 22 anni, Giuseppe Briganti, il figlio del proprietario del muro su cui i ragazzi stavano scrivendo slogan. Il pm Mónica Arancibia ha confermato il ritrovamento della pistola usata per il duplice omicidio e di una certa quantità di droga nel domicilio di Briganti.
Il 14 maggio si sono tenute proteste in tutto paese che hanno portato in piazza diverse migliaia di studenti contro la riforma del sistema scolastico del governo di centrosinistra.

La manifestazione più partecipata – 150 mila persone tra studenti, insegnanti e attivisti – ha sfilato nel centro della capitale Santiago del Cile. Al termine della grande marcia la polizia si è scontrata con una parte dei manifestanti e alla fine ben 130 di loro sono stati arrestati. Le proteste sono state represse con forza dalla polizia in assetto antisommossa che ha fatto ricorso agli idranti e ai gas lacrimogeni, nella capitale ma non solo.
I manifestanti chiedono che il governo porti a termine le riforme promesse da Michelle Bachelet in campagna elettorale e una maggiore partecipazione nel processo di riforma del sistema educativo. Il movimento studentesco cileno chiede una riforma della scuola ormai dal 2011 con enormi manifestazioni e mobilitazioni che hanno coinvolto nella fase clou diverse centinaia di migliaia di persone. Infatti nel paese solo la scuola elementare è gratuita, e tutti gli altri gradi di istruzione sono finanziati da risorse pubbliche solo al 25 per cento rendendo l’accesso molto selettivo e costoso, il che esclude la possibilità di frequentare gli studi superiori non solo per le classi più basse, ma anche per alcuni larghi settori della classe media. La maggior parte degli studenti, per portare al termine il suo percorso scolastico e frequentare l’università, deve chiedere prestiti e indebitarsi. Nell’immediato studenti a insegnanti vogliono che il governo realizzi le sue promesse di riforma, ad esempio rendendo gratuiti gli studi universitari per i ragazzi disagiati e allentando il sistema di valutazione delle performance degli insegnanti che in realtà rappresenta un meccanismo di controllo e normalizzazione del corpo docente da parte dei dirigenti scolastici e dei privati. Gli studenti chiedono anche che il governo statale assuma direttamente la responsabilità e la gestione del sistema d’istruzione, togliendo le competenze alle municipalità.
Pochi giorni fa, nel tentativo di frenare la caduta del sostegno al governo tra la popolazione (anche a causa del fatto che il figlio maggiore Sebastian è coinvolto in uno scandalo di traffico di influenze), la presidente Michele Bachelet ha effettuato un rimpasto di governo.

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