Il quotidiano tedesco Der Tagesspiegel ha intervistato l’economista greco Costas Lapavitsas, eletto nelle liste di Syriza, che esprime la sua fiducia nella ledership del suo partito, ma osserva come sia ormai giunto il tempo del Piano B ed è pronto a votare contro un eventuale accordo che finirebbe di distruggere il paese. L’intervista è stata realizzata da Elisa Simantke.
“I finanziatori stanno effettivamente chiedendo alla Grecia di firmare la propria condanna a morte”: L’economista di Syriza Costas Lapavitsas mette in guardia il primo ministro greco Alexis Tsipras dall’accettare le richieste dei creditori internazionali – e propone di uscire dall’euro.
Ieri (3 giugno, ndr) Tsipras ha discusso con Juncker a Bruxelles, entrambe le parti avevano le proprie proposte, la prossima scadenza dei pagamenti è vicina: sembra che il finale di partita di questi negoziati abbia avuto inizio.
Come valuta la proposta dei creditori?
Penso che quello che è successo a Bruxelles mostra l’enorme divario tra la parte greca e la parte degli istituti di credito», che sarà difficile da colmare. L’economia greca non crescerà molto quest’anno e nemmeno il prossimo, e in queste condizioni un avanzo primario – anche se molto piccolo – sarà molto difficile da ottenere. Richiederà degli aumenti di pressione fiscale e tagli alla spesa, probabilmente anche alle pensioni. Questi passaggi sarebbero molto difficili da accettare per il governo SYRIZA, perché vanno contro tutto ciò che abbiamo promesso al popolo greco. Qui abbiamo un grosso problema.
Cosa fare a questo proposito?
Syriza è stato votato sulla base del suo programma di abolire l’austerità, cosa che per la Grecia è auspicabile e necessaria. Ma l’Eurozona insiste sull’austerità. Se la Grecia vuole rimanere nella zona euro, deve rispettare le politiche di austerità, è chiaro. Così SYRIZA deve decidere da che parte andare. E’ tempo del piano B.
Il Piano B che lei ha promosso in contrasto con la leadership di Syriza è stato molto chiaro fin dall’inizio: uscire dall’euro.
Se torneremo a misure di austerità simili a quelle che abbiamo avuto nel corso degli ultimi cinque anni, sarà la fine della Grecia come economia, come società, come paese. Non vi è alcun dubbio. I finanziatori stanno effettivamente chiedendo alla Grecia di firmare la propria condanna a morte. Dobbiamo considerare le altre opzioni.
Quindi lei chiede a Tsipras di non accettare un accordo con gli istituti di credito in queste circostanze.
Voglio fidarmi della leadership di Syriza, credo che abbiano un verio istinto di sinistra. Penso, inoltre, che prendano molto sul serio il mandato che hanno ricevuto dal popolo greco. Io non credo che accetteranno questa proposta, che è contraria al nostro programma. Sarebbe la fine di SYRIZA come partito di sinistra. Inoltre, la firma di un tale memorandum ha segnato la fine della carriera di un politico di centro-sinistra, come George Papandreou, e di un politico conservatore, come Antonis Samaras. Penso che Alexis Tsipras sia più saggio.
Ma se presenteranno un compromesso al parlamento, lei voterà contro la sua leadership?
Vedo il problema come molti parlamentari di SYRIZA: abbiamo un mandato democratico per attuare il nostro programma. Non per mantenere la Grecia nella zona euro a tutti i costi, non è quello per cui la gente ha votato. Abbiamo detto che abbiamo un programma, vogliamo attuarlo, e – ma in secondo luogo – speriamo di farlo entro la zona euro. Se l’accordo non ci permette di implementare il nostro programma, allora non abbiamo il mandato. Per me, la questione del voto in Parlamento è la questione dell’obbligo che ho verso i miei elettori. Non ho partecipato alle elezioni per divertimento.
Syriza potrebbe chiedere un nuovo mandato con elezioni anticipate …
Ma questo vorrebbe dire che dobbiamo essere molto onesti con il popolo. Dobbiamo dire loro quali sono le opzioni reali. Fino ad ora la posizione ufficiale è stata: otterremo un buon compromesso, un accordo reciprocamente vantaggioso. Ma i finanziatori non ci stanno concedendo nulla. E’ tempo di preparare il popolo greco a un’azione drastica, anche senza un accordo con i creditori. Un’uscita dalla zona euro non sarebbe necessariamente caotica – ci sono persone in Grecia che sanno come gestira. E vi è motivo di credere che aprirebbe un percorso promettente per il paese, certamente in confronto al terribile accordo che i finanziatori ci stanno offrendo. Ma la scelta in realtà appartiene al popolo. Sono a favore di un nuovo mandato, o con un referendum o con nuove elezioni, e potrebbe essere fatto molto velocemente, se necessario.
(Fonte. Voci dell’estero)
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa