Un segnale politico, certamente. Ma anche uno sforzo economico. In molti sensi necessario per consentire al governo di mantenere alcuni degli impegni presi in campagna lettorale.
L’emittente televisiva statale greca ERT, chiusa il 12 giugno del 2013 dal precedente governo greco guidato dal conservatore Antonis Samaras, ha ricominciato le trasmissioni alle 6 della mattina di oggi, 11 giugno.
I primi conduttori del telegiornale hanno cominciato dicendo: «Un buongiorno a tutta la Grecia in questo giorno molto speciale. Il segnale è cambiato. Vi promettiamo una radiotelevisione pubblica indipendente dal potere».
E ovviamente la prima notizia non poteva essere che lo stato dei negoziati tra la Grecia e i creditori internazionali, con la ricostruzione affidata al primo ministro Alexis Tsipras, che a suo tempo aveva definito aveva definito la chiusura del canale “una grande ferita” per la Grecia, e aveva fatto della sua riapertura una delle sue priorità.
“E’ un giorno speciale per tutti i greci, per i filo-ellenici, per coloro che amano la Grecia e per quelli che amano la libertà d’informazione”, ha detto il presentatore Nikos Aggelidis all’inizio del primo talk show mattinale della rete. “Siamo nervosi. Siamo molto commossi”.
Il canale Ert ha un costo di gestione di circa 300 milioni all’anno. Fin qui i redattori e i tecnici avevano dato vita a una versione forzatamente minore, la rete Nerit, che ora verrà assorbita dalla storica emittente pubblica. La chiusura di Ert, l’11 giugno 2013, era stata seguita da proteste e manifestazioni di piazza, e anche dal ritiro di un partito dalla coalizione di governo.
Il governo ha annunciato la riassunzione di quasi tutti i 2.500 dipendenti, tra cui 600 giornalisti, con un monte stipendi di circa 30 milioni l’anno.
Un’altra decisione che verrà presa malissimo dalla Toika.
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