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Armi e soldati Usa in Europa dell’est. Mosca reagisce: missili a Kaliningrad

Ha causato la prevedibile escalation di dichiarazioni e annunci bellicosi da parte del governo e delle forze armate russe la volontà, rivelata nei giorni scorsi dal New York Times, del governo statunitense di voler schierare in tutta l’Europa Orientale (Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca) e nelle Repubbliche Baltiche circa 5000 soldati di Washington accompagnati da mezzi militari e armi pesanti.
Secondo alcuni funzionari statunitensi, il piano reso noto dal quotidiano consisterebbe nell’invio sul terreno di carri armati, di veicoli da combattimento per la fanteria e di altre armi pesanti, oltre che di un consistente contingente di terra.
La Polonia e la Lituania hanno confermato che sono in corso negoziati con Washington per dispiegare in modo permanente armi pesanti statunitensi all’interno dei loro confini. Il ministro della difesa polacco, Tomasz Siemoniak, ha dichiarato di aspettarsi una decisione definitiva da parte degli Stati Uniti già entro le prossime settimane.
La proposta deve ancora essere convalidata dal segretario alla difesa di Washington Ashton B. Carter e dalla Casa Bianca. Se fosse approvata sarebbe la prima volta dalla fine della guerra fredda che gli Stati Uniti schierano forze militari negli stati dell’Europa dell’est e nei paesi baltici, entrati nella Nato nel 2004 e a ridosso dei confini della Federazione Russa.
La Russia è pronta a rispondere schierando i missili Iskander nell’enclave russa di Kaliningrad – situata tra Polonia e Lituania – e aumentando la militarizzazione delle proprie frontiere, se gli Stati Uniti o altri paesi della NATO distribuiranno armamenti, sistemi di artiglieria o altre armi pesanti in Europa orientale e nei Paesi Baltici. Ad affermarlo è stato il generale dell’esercito russo Yury Yakubov, in rappresentanza del Ministero della difesa russo. Il militare ha anche aggiunto che se i paesi occidentali continueranno nella loro opera di accerchiamento e aggressione “segneranno una passaggio alla fase più aggressiva del Pentagono e della NATO dai tempi della Guerra fredda del secolo passato. E la Russia non ha nient’altro da fare, se non sostenere le proprie forze e risorse sul teatro occidentale delle operazioni strategiche”, ha detto Yakubov.
Secondo l’agenzia di stampa russa Interfax il generale ha aggiunto che Mosca aumenterà le sue forze sul confine occidentale, dispiegando unità aeree e terrestri, e si potrebbe anche arrivare ad un dispiegamento di truppe russe in Bielorussia.

Leggi: Washington: soldati e armi pesanti Usa in Europa orientale e settentrionale

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