INVIATO AD ATENE. Atene. E’ una Atene quasi sospesa quella che attende gli esiti del negoziato tra il governo di Tsipras con la Trojka. Inutile giocare con le parole perché di trojka si tratta, ossia quella struttura composta da Bce, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale. Con una sorta di gioco delle parti quando i primi due facevano intendere di essere disposti a concedere qualcosa, il terzo è intervenuto per affermare che le regole sono regole e che la Grecia non deve attendersi deroghe o sconti, il debito deve essere pagato, i prestiti devono essere accettati (creando nuovo debito) ma soprattutto la macelleria sociale sulle pensioni, i salari, i servizi sociali deve proseguire, magari privatizzando quello che è rimasto dei porti, aereporti, ferrovie, miniere.
Ieri a Piazza Syntgama avevano manifestato i militanti di Antarsya, una coalizione della sinistra più radicale, oggi è il turno del Kke, il Partito Comunista Greco. Con accenti diversi chiedono che il governo non firmi l’accordo e non accetti i diktat di Bruxelles e del Fmi.
Ieri a Piazza Syntgama avevano manifestato i militanti di Antarsya, una coalizione della sinistra più radicale, oggi è il turno del Kke, il Partito Comunista Greco. Con accenti diversi chiedono che il governo non firmi l’accordo e non accetti i diktat di Bruxelles e del Fmi.
Dentro Syriza crescono i parlamentari che fanno sapere che non voteranno a favore della firma dell’accordo tra il loro governo e la Trojka, ma a sostituire i voti che mancherebbero al governo Tsipras sono già pronti i voti dei partiti moderati (To Potami, Pasok) e della destra di Nea Demokratia. Una situazione che significherebbe un cambio di maggioranza, una crisi dell’esperienza di Tsipras e forse un ritorno alle elezioni, in questo modo la “riibellione” greca verrebbe così normalizzata mandando un segnale doloroso alle forze che in Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda, pensano di potere mettere fine alle politiche di austerity in Europa.
Al forum internazionale in corso ad Atene, organizzato da Mars e dal Coordinamento Internazionale Anti Ue che si è andato definendo in diversi paesi europei, si discute animatamente di tutto questo nei capannelli, mentre i workshop affrontano temi più generali come l’economia, il lavoro, la situazione in Ucraina, ma quanto avverrà in Grecia in queste ore e in questigiorni sarà quello che farà la differenza. L’assemblea plenaria della prima giornata del forum, decisamente affollata e con moltissimi giovani, ha discusso di questo. Se la Grecia “resiste” ai diktat della Trojka cosa si può mettere in moto?
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