A parere del generale Frank Gorenc, comandante delle forze aeree USA in Europa, la superiorità dell’aviazione militare statunitense sulle forze aerospaziali russe sta diminuendo; dunque, bisogna aggiornare metodi di addestramento e tattiche. Le preoccupazioni di Gorenc sono riportate da RIA Novosti, con la sottolineatura che il generale è allarmato per le potenzialità difensive di due aree russe particolarmente “esposte”, quali la Crimea e, a nordovest, la regione di Kaliningrad, enclave russa tra Lituania e Polonia che racchiude la vecchia prussiana Königsberg. Gorenc rimarca proprio questo aspetto, vale a dire “non solo la qualità degli aerei, ma soprattutto la loro capacità di bloccare l’accesso a determinate zone”, a partire dalle quali le forze armate russe sono in grado di controllare parte dello spazio aereo di alcuni paesi membri della Nato. Nessuno dubitava che il generale yankee volesse arrivare proprio a questo: alla necessità di un impegno ancora maggiore della Nato ai confini più occidentali della Russia. Guarda caso, Gorenc ha aggiunto che “le potenzialità delle forze aerospaziali russe si sono di molto accresciute, soprattutto in confronto a quelle USA e Nato: “è del tutto evidente” ha detto “che dovremo ricominciare ad addestrarci come all’epoca della guerra fredda”.
Frank Gorenc parte comunque da un presupposto che gli analisti occidentali evidenziano da tempo e che gli strateghi russi non negano: la superiore qualità dei velivoli militari russi rispetto a vari nuovi modelli statunitensi. RIA Novosti riporta il giudizio di Dave Majumdar, esperto militare della rivista The National Interest, che ha messo a confronto i caccia di ultima generazione di Russia, USA e Cina. Majumdar ritiene che una valutazione decisiva possa scaturire solo dall’esito di combattimenti reali e non simulati tra lo statunitense F-35, i cinesi J-20 e J-31 e i russi Su-35 e T-50 PAK-FA. Solo nel combattimento reale infatti, secondo Majumdar, entrano in gioco molti altri fattori, oltre alle qualità tecniche dei velivoli. In effetti, le prime uscite di collaudo del F-35 JFS (Joint Strike Fighter) pare non abbiano impressionato più di tanto gli esperti; la Lockeed Martin, produttrice del caccia (per ovvii motivi) e il Pentagono (per altrettanto ovvie commesse) hanno dichiarato che quelle prime prove del F-35 non sono indicative, dato che il modello collaudato non era ancora completo di tutte le parti elettroniche. Ma il centro americano di Ricerche sulla sicurezza internazionale osserva che i progettisti del F-35, proclamando tramontata “l’era del combattimento aereo”, si sono concentrati soprattutto su radar e missili di bordo. Così che, nel combattimento ravvicinato, dove hanno la superiorità i caccia armati di cannoni, l’aereo statunitense non potrebbe scampare. L’esperto statunitense David Axe, valutando il russo T-50 – caccia multiruolo con tecnologia “Stealth”, a bassa tracciabilità sui radar – come versione alquanto migliorata del F-35 statunitense, considera l’inizio “dell’era del F-35” come il “tramonto della superiorità aerea USA”. Majumdar sostiene che i caccia russi e cinesi possiedono caratteristiche cinematiche molto più impressionanti rispetto agli aerei USA; ma conclude, quasi a volersi mettere in buona compagnia con il generale Gorenc, che un giudizio definitivo potrà essere espresso solo dopo averli osservati nel combattimento reale che, evidentemente, pare attendere con trepidazione.
Scendendo sulla terra, è ancora una rivista a stelle e strisce, Popular Mechanics, che giudica il sistema pesante di tiro “Buratino” (versione, aggiornata alle possibilità odierne, della leggendaria Katjuša; il nome è ripreso dalla versione russa del nostro Pinocchio ed è l’eroe della favola creata negli anni ’30 da Aleksej Tolstoi) capace di creare “l’inferno sulla terra”. Una salva completa dei suoi 24 razzi termobarici è in grado di incenerire 8 quartieri cittadini, scrive Popular Mechanics, aggiungendo che, oggi, è difficile trovare qualcosa di più spaventoso. I proiettili termobarici inondano l’aria intorno all’obiettivo con una nube di liquido infiammabile e poi la incendiano, inghiottendo tutto l’ossigeno circostante. “Buratino” sarebbe stato impiegato per la prima volta in Afghanistan nel 1988-’89 e, secondo Popular Mechanics, l’esercito irakeno lo starebbe usando ora per colpire le posizioni dell’Isis.
Un paio di mesi fa, ancora The National Interest aveva scritto delle armi russe di aria e di terra che, per qualità e costi, godono di “ottime prospettive” di smercio, soprattutto per quei paesi che sono sottoposti a embargo delle armi USA, o non possono permettersele per via dei costi elevati. Così, i caccia Su-27 e Su-35. Il Su-27, entrato in servizio 30 anni fa e più veloce degli americani F-16 e F-18, è tuttora in dotazione a Russia, Bielorussia, Ucraina, Kazakhstan, Uzbekistan, Indonesia e Vietnam, mentre India e Cina ne hanno acquistato i diritti di produzione. Il Su-35 è considerato superiore ai caccia statunitensi di quarta generazione e, secondo National Security Network, può competere anche con il F-35 (con cui, per certi aspetti, può misurarsi lo stesso Su-27). In terra, accanto al carro T-90 (versione solo rinnovata del T-72B, ma ancora valido su molti teatri di guerra), il nuovissimo T-14 Armata, presentato alla parata per il 70° anniversario della vittoria. Armato con cannone da 125 mm, una corazza giudicata dalla tedesca Stern pressoché impenetrabile, il T-14 porta una bassa torretta completamente automatica, con rischi dunque ridotti per l’equipaggio, che non la occupa. Quanto ai costi, la valutazione attuale è di 3,7 milioni di $: “regalato”, se paragonato al sud-coreano Pantera Nera (8,8 mln $) o allo statunitense Abrams (8,6 mln $). Infine, il sistema missilistico terra-aria S-400 Triumf, i cui primi modelli sono stati dislocati, (forse il generale Gorenc si riferiva a questo?) nella regione di Kaliningrad.
In mare, The National Interest è preoccupata per vari sommergibili atomici russi, definiti “terribili”. Al primo posto, per la serie 971 e nonostante la rumorosità superiore a quella dei battelli statunitensi, lo Ščuka-B “Luccio”. Quindi, il vascello ellettro-diesel della serie 877, Paltus, già fornito a vari paesi; segue il Varšavjanka, ritenuto più veloce e affidabile dei precedenti e uno dei più silenziosi al mondo. Vengono poi i sommergibili atomici strategici lanciamissili di quarta generazione 955 Borea. Infine, i vascelli della serie 855 Jasen, considerati tra i più veloci e in grado di immergersi fino a 600 metri.
Le conclusioni da tutta l’esposizione di The National Interest non poteva che trarle un militare: il generale Mark Milley, capo di Stato maggiore USA. Intervenendo al senato lo scorso luglio, Milley aveva dichiarato che la Russia è l’unico paese il cui arsenale atomico sia in grado di distruggere gli Stati Uniti. La russa RT si era chiesta allora come mai né la Casa Bianca, né il Dipartimento di stato avessero ritenuto di dover prendere le distanze dalle dichiarazioni di Milley, come avevano invece fatto poco tempo prima per identiche esternazioni del generale Joseph Dunford.
La risposta alla domanda retorica di RT l’ha ora data il generale Gorenc, che reclama, per l’aviazione USA, l’addestramento “come all’epoca della guerra fredda”: a parer suo, messa da parte troppo presto. Per lui, le parole di Dante “io mi giva pensando con bassata testa a quel ben che io avuto avea, e doleami di sì corta durata”.
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