Nei principali atenei del Sudafrica le lezioni restano sospese a causa delle proteste degli studenti contro gli aumenti delle tasse universitarie, proteste che ormai durano da alcuni giorni.
L’altro ieri il ministro dell’Istruzione superiore del governo dell’African National Congress, Blade Nzimande, ha sostenuto che non si può parlare di “crisi” perché i rappresentanti delle università sono pronti a discutere con gli studenti ma il negoziato ha tardato a partire e ieri il movimento di protesta si è esteso ulteriormente e si è intensificato. Le lezioni sono sospese alla Witswatersrand di Johannesburg, all’Università di Città del Capo, alla Rhodes di Grahamstown e negli atenei di Fort Hare, Stellenbosch e Cape Peninsula.
L’inizio delle occupazioni e la comparsa delle barricate agli ingressi di alcuni campus hanno seguito l’annuncio di forti aumenti delle tasse per il prossimo anno accademico, che comincerà a febbraio del prossimo anno. Se alla Witswatersrand gli incrementi previsti sono del 10%, a Grahamstown lo scontro è sull’obbligo di pagare metà della retta già all’inizio dell’anno accademico.
Lo scontro è particolarmente duro perché nel diritto allo studio si riflette il cammino del Sudafrica dopo la fine dell’apartheid 21 anni fa. Non è un caso che tra le anime della protesta figuri Rhodes Must Fall, movimento protagonista della mobilitazione sfociata nell’aprile scorso nella rimozione della statua del capitalista e leader politico britannico Cecil Rhodes dall’ingresso del campus di Città del Capo. Sei mesi dopo gli attivisti sono tornati a mobilitarsi contro la discriminazione, ma questa volta nella forma di tariffe “che escludono” gli studenti più poveri, in prevalenza neri.
I politici, intanto, prendono posizione. Con la stessa lega giovanile dell’African National Congress (Anc), il partito al governo dalla fine dell’apartheid, che contesta il ministro Nzimande, e convoca per il 27 novembre un corteo per l’istruzione gratuita che raggiungerà gli Union Buildings, la sede del governo a Pretoria.
Nel tentativo di spegnere la protesta oggi il governo ha annunciato un ammorbidimento degli aumenti. Il ministro dell’Istruzione superiore, Blade Nzimande, dopo un incontro con alcuni rappresentanti degli studenti e delle amministrazioni degli atenei (il primo tentativo di confronto dall’inizio di occupazioni e proteste) ha annunciato che gli aumenti delle tasse universitarie non supereranno il 6%.
Ma non è affatto certo che il parziale passo indietro dell’esecutivo convinco il movimento studentesco a togliere le occupazioni e a liberare i campus visto che finora la mobilitazione è stata condotta all’insegna dello slogan “niente aumenti”.
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