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Il regime egiziano di Al Sisi, qualche numero sulla repressione

In occasione dell’imminente visita ufficiale del presidente egiziano Sisi a Londra, Amnesty e Human Rights Watch chiedono al governo britannico di sollevare la questione dei diritti umani. 
I loro comunicati, e una lettera aperta al premier David Cameron, contengono numeri, e informazioni, effettivamente allarmanti, e che dovrebbero far riflettere.
Includo sotto i link per chi legge l’inglese. Di seguito riassunti alcuni dei dati forniti nei documenti di HRW.
Definita l’attuale situazione “la peggiore crisi da decenni in Egitto per quanto riguarda i diritti umani”, HRW, pur riconoscendo che “l’Egitto si trova ad affrontare una grave minaccia da parte di un gruppo affiliato al gruppo armato estremista Stato Islamico e di altri attori, e che gli attacchi in corso contro membri delle forze di sicurezza nel governatorato del nord Sinai hanno ucciso e ferito anche civili”, afferma che “è tuttavia falso, come spesso sostengono i leader egiziani, che tutti coloro che esprimono opposizione al governo siano terroristi o minacce alla sicurezza nazionale”.
HRW parla di “arresti arbitrari, sparizioni forzate, divieto di viaggiare, possibili uccisioni extragiudiziali, processi militari, centinaia di condanne a morte, e una legge anti-terrorismo che dà una definizione di terrorismo talmente ampia da includere la disobbedienza civile”.
“E’ chiaro che il governo Sisi sta utilizzando la minaccia del terrorismo come pretesto per reprimere l’opposizione politica ed erodere ulteriormente i diritti”, dice HRW.
Un po’ di cifre:

– 1.150 manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza in 5 incidenti a luglio e agosto 2013, dopo la deposizione del presidente Morsi – almeno 817 dei quali, compresi donne e bambini, il 14 agosto durante un sit-in al Cairo. Nessuno è stato finora chiamato a risponderne, mentre il rapporto dell’inchiesta governativa pubblicato nel novembre 2014 ha completamente scagionato il governo.

– Almeno 41.000 arrestati, accusati, o condannati fra luglio 2013 e aprile 2014, molti dei quali come presunti sostenitori dei Fratelli Musulmani. Molti degli arrestati avevano semplicemente partecipato a proteste pacifiche, o appartenevano ai Fratelli Musulmani o ad altri gruppi.

– Almeno 124 persone morte in carcere fra il luglio 2013 e il giugno 2015, fra questi avvocati ed ex parlamentari.

– La tortura continua a essere regolarmente praticata dalla polizia e da membri dell’Agenzia per la sicurezza nazionale del ministero degli Interni. Uno studio legale specializzato nella difesa dei diritti umani ha riferito, nel gennaio di quest’anno (2015), di essersi occupato di 465 casi di tortura dall’ottobre 2013 all’agosto 2014, 129 dei quali relativi a morte a seguito di percosse. 

– Molti attivisti laici, oltre a membri dei Fratelli Musulmani, sono stati incarcerati a seguito del duro giro di vite e della campagna di arresti dopo il luglio 2013. Alcuni sono stati condannati a lunghe pene carcerarie in processi di massa.

– Per quanto riguarda gli appartenenti ai Fratelli Musulmani, i giudici hanno comminato almeno 670 condanne a morte, e altrettante se non di più condanne all’ergastolo, molte dopo processi di massa.

– Nell’ottobre 2014, Sisi ha allargato la giurisdizione dei tribunali militari a tutte “le strutture pubbliche e vitali” per due anni. Da allora, almeno 3.700 civili sono stati accusati o condannati da questi tribunali, nei quali solitamente agli imputati è negato il diritto di conoscere le accuse nei propri confronti, di avere accesso a un legale, e di essere portati rapidamente di fronte a un magistrato dopo l’arresto.

Inoltre:

– 18 giornalisti in carcere – un numero record, secondo il Committee to Protect Journalists

– Giro di vite contro Ong e organizzazioni della società civile. Nel novembre 2014 è stato approvato un emendamento al Codice Penale che prevede condanne fino all’ergastolo per chiunque riceva finanziamenti dall’estero con l’intenzione di danneggiare il Paese. Nel giugno 2014, il ministero della Solidarietà Sociale ha presentato un disegno di legge sulle associazioni che darebbe alle forze di sicurezza governative potere di veto sulle attività delle Ong nonché sulla loro registrazione e finanziamenti. 

Per chi volesse saperne di più:

Lettera aperta di HRW a David Cameron sulla visita di Sisi (4 novembre 2015):

https://www.hrw.org/news/2015/11/04/open-letter-david-cameron-regarding-al-sisi-visit?utm_source=Project+on+Middle+East+Democracy+-+All+Contacts&utm_campaign=397aeca269-Weekly_Wire&utm_medium=email&utm_term=0_75a06056d7-397aeca269-204424285

Il comunicato di HRW  (4 novembre 2015):

https://www.hrw.org/news/2015/11/04/uk-press-egypt-rights-crisis?utm_source=Project+on+Middle+East+Democracy+-+All+Contacts&utm_campaign=397aeca269-Weekly_Wire&utm_medium=email&utm_term=0_75a06056d7-397aeca269-204424285

Il comunicato di Amnesty (3 novembre 2015):

http://www.amnesty.org.uk/press-releases/david-cameron-must-raise-human-rights-during-egyptian-presidents-uk-visit?mc_cid=476e378b80&mc_eid=b2e6b989c3#.Vji0Ov2jI_9.twitter

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