Crolla la Francia, stretta tra una crisi economica che ne stravolge il modello sociale e le stragi che ne hanno insanguinato le strade.
Vola destra razzista e xenofoba di Marine Le Pen, che ha ridotto di molto, negli ultimi anni, l’identità strettamente fascista a favore di un nazionalismo identitario più “presentabile”, tale da concorrere alla pari con il conservatorismo per riccastri rappresentato da Sarkozy.
Il Front National, al primo turno delle regionali (ridotte a soltanto tredici dalla recente riforma) è in testa in sei regioni e risulta complessivamente il primo partito con il 28%. Col 26,89% dei voti segue Nicolas Sarkozy, mentre i socialisticrollano al al 23%. Un’altra formazione di destra – Debout La France – guadagna comunque il 3,85%, mentre i Verdi si fermano al 3,87% e il Front de Gauche al 2,5.
Marine Le Pen si è personalmente affermata come candidata nella regione Nord-Pas-de-Calais-Picardie, tradizionalmente di sinistra, a dimostrazione del tracollo del blocco sociale che aveva sostenuto per decenni il centrosinistra d’Oltralpe. Qui ha ottenuto il 40,64% dei voti, proiettandola – più che alla presidenza della regione – come vera favorita verso le presidenziali del 2017.
Marion Maréchal Le Pen, la nipote del fascista fondatore del Front National, si è invece imposta in Provenza, tradizionale feudo della destra oltranzista,con uno scarto altrettanto importante (il 40%), che rende difficile persino imaginare un sorpasso al secondo turno da parte dell’altretanto tradizionale “fronte repubblicano” del “tutti uniti per non far vincere la destra”.
Le reazioni a caldo sono infatti un segnale di confusione totale tra gli avversari delle due Le Pen. Sarkozy è contestato tra i conservatori, che preferirebbero a questo punto un leader più “centrista”, in grado di raccogliere di più nell’elettorato socialista in funzione antidestra estrema. Mentre i socialisti hanno addirittura annunciato il ritiro delle proprie liste per il secondo turno nelle regioni dove è in testa il candidato del Font National. Un suicidio politico, è stato subito definito, nella speranza di fa convergere tutti i voti sul candidato alternativo.
Ma tutto ciò sembra ginnastica di altri tempi.
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