“Piccoli insetti nocivi”: così il consigliere (!) presidenziale ucraino e aiutante del Ministro della difesa, Jurij Birjukov, ha caratterizzato i russi. Appena rientrato dalle vacanze invernali, Birjukov si è posto la domanda se sia necessario odiare i russi, che a suo dire sono oggi “attributo costante e inevitabile di qualsiasi luogo di villeggiatura”. Secondo lui, come riporta l’agenzia nnr.su, i russi oggi non rispondono più ai loro soliti standard e appaiono “silenziosi e appannati”. Anche se, continua, conservano le “abitudini imperiali e le ambizioni”. E dunque, “si devono odiare? No. Non ho avuto tale sensazione. Piuttosto, disgusto. Lo stesso che si prova per un insetto piccolo e nocivo … Quella stessa sensazione che si ha un momento prima di colpirlo con una ciabatta … Peccato che la pantofola non sia ancora pronta”, pare abbia scritto ieri Birjukov sulla sua pagina feisbuc.
La portavoce del Ministero degli esteri russo Marja Zakharova, ha commentato oggi tale esternazione del consigliere (!) di Porošenko come una manifestazione di ideologia nazista. Zakharova, secondo nnr.su, fa un parallelo tra le parole di Birjukov e quelle di Hitler. “Tralascio la questione del perché certe persone “consiglino e assistano” l’attuale dirigenza ucraina. Importante è un’altra cosa: l’idea di paragonare i popoli con la flora e la fauna non è affatto nuova”, ha scritto Zakharova su feisbuc. E come esempio ha riportato un estratto dalla conversazione tra Hitler e Werner Koeppen nel 1941, in cui il führer, parlando della eventualità di attribuire una certa libertà per l’appunto all’Ucraina, qualificò gli slavi come conigli, incapaci di qualsiasi azione autonoma, se non spinti da dai loro dominatori.
Le “riflessioni” di Birjukov fanno il paio con quelle dei rappresentanti del Movimento Russo di Opposizione “Majdan senza frontiere”, secondo cui dietro gli avvenimenti di Colonia ci sarebbe nientemeno che la mano di Vladimir Putin, evidentemente colpevole, con l’intervento russo in Siria, dell’ondata di profughi che hanno “invaso” la Germania. Profughi che, tra l’altro, secondo “Majdan senza frontiere”, nonostante gli sforzi dei benevoli tedeschi di insegnar loro la lingua del paese ospitante, sarebbero incapaci, fermati dalla polizia, addirittura di articolare un semplice “Ich bin Syrer, ihr müsst mich freundlich behandeln! Frau Merkel hat mich eingeladen!“ (“Sono siriano e voi dovete rivolgervi a me amichevolmente. La signora Merkel mi ha invitato”).
Evidentemente la majdan di cui tra poco in Ucraina si “celebreranno” i due anni ha insegnato, oltre che a soffocare nel sangue le aspirazioni alle più elementari libertà del popolo ucraino, a considerare ogni altro popolo alla maniera della “razza superiore” destinata a dirigere il mondo.
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