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Bilbao: ‘rimpatrio’ ed ‘amnistia’, due cortei per i prigionieri politici

Sabato 9 gennaio è stata una data che ha visto il popolo basco tornare in piazza a rivendicare i diritti dei prigionieri politici. Sare e Bagaoz (rete cittadina di appoggio ai prigionieri) hanno convocato due cortei simultaneamente nelle città di Bilbao e Baiona che hanno visto sfilare quasi 70 mila persone provenienti da tutta Euskal Herria.

A Baiona si sono radunate 7 mila persone in un consistente corteo che per la prima volta ha occupato le strade della maggiore città basca sotto amministrazione francese. Hanno partecipato differenti movimenti sociali e sindacali, tra i manifestanti era anche presente la prigioniera politica Lorentxa Guimo, incarcerata nel carcere di Roanne che si trova in grave stato di salute;  un appello si è alzato dal corteo recitando “SOS Lorentxa Guimon. Liberad a los prisioneros enfermos (libertà ai prigionieri malati)”.

Contemporaneamente le strade di Bilbao hanno accolto il consueto, imponente corteo popolare a favore del riavvicinamento dei prigionieri politici baschi rinchiusi nelle carceri dello stato spagnolo e francese. Circa 60 mila persone hanno partecipato alla grande manifestazione per chiedere il “rispetto dei diritti dei prigionieri politici nel cammino verso la pace in Euskal Herria”. La manifestazione è stata convocata alle 17 presso La Casilla mentre le migliaia di persone confluite a Bilbao da tutto il Paese Basco si erano affollate lungo il percorso per inserirsi poi nel corteo aperto dai famigliari dei prigionieri politici che sfilavano uno ad uno esponendo la bandiera della campagna contro la dispersione.  Subito dietro erano accompagnati dalle “Mirentxin”, i pullman che ogni settimana macinano centinaia, a volte migliaia di chilometri per attraversare il territorio spagnolo e francese per portare  familiari e amici in visita ai propri cari rinchiusi nelle prigioni.  Sui “mirentxin” erano esposti cartelli luminosi che segnalavano i 780 chilometri percorsi per arrivare ad Alacant, gli 850 kilometri per Córdoba e Murcia, gli 875 a Granada, i 945 a Clairueaux  e i 1.040 per Almería. Il popolo basco ha partecipato alla manifestazione con la passione di chi ha sempre denunciato la vergogna della politica carceraria speciale attuata da Madrid e Parigi e lungo tutto il tragitto si sono ripetuti applausi e cori contro la repressione,  in favore della liberazione di tutti i prigionieri politici e di Euskal Herria.
Le uniche bandiere presenti erano le bandiere dei popoli in lotta parte dello spezzone internazionalista organizzato da Askapena, l’organizzazione internazionalista basca, nel quale erano presenti anche i comitati di solidarietà EHL arrivati da vari paesi e da tutto lo Stato Spagnolo.  Askapena ha organizzato un’iniziativa politica previa al corteo nella piazza di “Bilbao la vieja” attraverso la quale ha ribadito quanto sia necessaria la solidarietà internazionalista per raggiungere gli obbiettivi politici del movimento di liberazione nazionale. La criminalizzazione della solidarietà verso i collettivi dei prigionieri e degli esiliati politici è sistematica tanto in Euskal Herria così come fuori da essa, non a caso si è ricordato l’attacco subito attraverso l’ultimo processo nei confronti di Askapena e di 5 dei suoi più noti militanti che sono tutt’ora in attesa della sentenza definitiva. Gli stati spagnolo e francese non intendono l’internazionalismo come strumento essenziale dei popoli per difendersi e per questo usano la repressione criminalizzando l’internazionalismo e aumentando ancora una volta la lista dei militanti perseguitati.

Il corteo si è concluso davanti alla sede del comune di Bilbao sulle rive del fiume Nervión,  esprimendo le rivendicazioni della lunga giornata di lotta e solidarietà: “la dispersione obbliga centinaia e centinaia di familiari a percorrere ogni fine settimana tutta la geografia spagnola con tutto ciò che questo comporta, un costo economico ed umano che è impossibile da sostenere ancora. A tutto questo c’è da aggiungere la durissima condizione che devono sopportare le prigioniere e i prigionieri con lunghi periodi di isolamento che non fanno altro che mettere in pericolo l’integrità fisica e psichica di chi la subisce”.  Si chiede per tanto la garanzia dei diritti dei prigionieri, la fine della politica carceraria speciale vigente e della dispersione e la libertà dei prigionieri gravemente infermi, misure tra l’altro già previste dalla legislazione di Madrid ma sistematicamente incompiute.

L’abbandono della rivendicazione dell’amnistia da parte delle organizzazioni ufficiali basche della solidarietà con i prigionieri ha però creato una rottura all’interno del movimento di liberazione nazionale che ha portato ATA, Amnistia Ta Askatasuna, a organizzare un secondo corteo a Bilbao dopo la fine di quello che aveva sfilato nel pomeriggio. La manifestazione è stata convocata alle ore 20 presso la piazza Unamuno del centro storico di Bilbao dove si sono raccolte più di mille persone. Il corteo si è svolto nelle vie del quartiere antico della città e ha rivendicato l’amnistia per tutti i prigionieri ribadendo che solo questa soluzione potrà concedere il giusto riconoscimento politico ai militanti rivoluzionari incarcerati. Lottare per l’amnistia, secondo i promotori del corteo serale, significa lottare anche per la rimozione delle cause che hanno determinato l’oppressione sociale e nazionale di Euskal Herria e l’unica garanzia per conquistare una pace vera e giusta. A detta di Amnistia ta Askatasuna la società basca non è chiamata a scegliere tra diverse rivendicazioni quando queste riguardano i prigionieri politici, perché tutte le lotte sono necessarie e compatibili, ma la battaglia per l’amnistia deve rappresentare l’asse principale della solidarietà nei confronti dei prigionieri e degli esiliati politici. Il dibattito all’interno del movimento basco è aperto più che mai. Bisogna assumersi un impegno politico, un segnale necessario che deve incidere nell’attuale complessità del quadro politico basco segnato, in ultima istanza, da una pesante sconfitta elettorale della coalizione della sinistra indipendentista (EH Bildu) alle ultime elezioni amministrative e poi a quelle generali spagnole e caratterizzato da una svolta istituzionalista che tende ad abbassare l’asticella degli obiettivi politici all’orizzonte.

 

Ehl Bologna

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