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Venezuela: Maduro annuncia aumento del prezzo della benzina e misure per combattere l’emergenza economica

«È giunto il momento di adottare un sistema che garantisca l’accesso ai derivati dal petrolio ad un prezzo equo per i venezuelani, ma che al contempo riesca a coprire gli investimenti fatti per produrre il carburante, così come il buon funzionamento di Petróleos de Venezuela (Pdvsa)», con queste parole pronunciate dal Palazzo de Miraflores a Caracas, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato una misura ormai inevitabile: l’aumento del prezzo della benzina. 

Dal 19 di febbraio il prezzo della benzina in Venezuela sarà di 1 bolívar al litro per il carburante da 91 ottani, mentre di 6 bolívares al litro per la benzina da 95 ottani, nelle oltre 1600 stazioni di servizio presenti su tutto il territorio nazionale.

 Il capo dello Stato ha evidenziato che la benzina venezuelana è la più economica del mondo, ed effettuato un confronto con i prezzi dei carburanti in altri paesi del mondo come gli Stati Uniti d’America dove il costo della benzina è di 0,78 dollari al litro, e la Colombia dove il prezzo per un litro di benzina è di 1,5 dollari. 

Maduro ha inoltre reso noto che tutte le entrate provenienti dal nuovo sistema di prezzi della benzina, saranno destinati al ‘Fondo Nacional de Misiones’, in maniera tale da garantire la continuità degli investimenti nella sfera sociale, in salute, educazione e cultura. Oltre che nella costruzione di case popolari. Il 30% dei fondi sarà destinato alla ‘Misión Transporte’.

Emerge lampante la differenza con qualunque regime neoliberista che non avrebbe mai destinato le entrate provenienti dall’aumento del carburante al sociale. Basti ricordare che l’aumento del prezzo della benzina deciso in Venezuela dall’allora Presidente Carlos Andrés Pérez nel 1989, nell’ambito del tristemente celebre ‘paquetazo’, servì solo a rimborsare i debiti che lo Stato aveva contratto con il Fondo Monetario Internazionale. Per poi tornare a indebitarsi in una spirale senza fine.  

Negli ultimi anni non solo il Venezuela ha aumentato il prezzo della benzina: in Brasile c’è stato un aumento da 0,34 a 1,02 dollari al litro; in Argentina si è passati da 0,52 a 1,11 dollari; mentre in Colombia da 0,35 a 1,5 dollari al litro. Oltre ad aumentare il prezzo della benzina, il Presidente Maduro ha illustrato altre misure che saranno introdotte per far fronte all’emergenza economica. Vi sarà una ristrutturazione completa della ‘Misión Alimentación’ che agirà su tre aziende chiave quali Mercal, Casa e la Corporación Venezolana de Alimentos (Cval), che saranno unificate in una grande società che permetta di unificare la capacità produttiva e logistica. 

I nuovi prezzi saranno basati sui costi reali e vi sarà un prezzo massimo di vendita al pubblico. La ‘Ley de Precios Justos’ sarà applicata su prodotti e servizi indispensabili per la popolazione. Sarà istituito uno Stato Maggiore incaricato di stabilire i prezzi e della ristrutturazione della ‘ Misión Alimentación, al cui comando vi sarà il Vicepresidente con delega all’Economia, l’imprenditore Miguel Ángel Pérez Abad. 

Sarà modificato anche il sistema dei cambi. Dal 18 di febbraio la banda del sistema protetto passerà da 6,3 a 10 bolívar per dollaro, nei settori prioritari per la nazione. Un nuovo modello tributario verrà adottato per combattere la frode fiscale. 

Infine, un investimento di 190 miliardi di bolívares in opere pubbliche è previsto per creare occupaizone di qualità, mentre il reddito di lavoratori e pensionati sarà innalzato del 20%, con il salario minimo che da 9649 bolívares passerà a 11578 bolívares. 

La differenza che passa tra il Venezuela e un qualsiasi regime neoliberista è palese: basti guardare a cosa accade in Argentina, oppure alle massacranti politiche di austerity imposte in Europa.

Fonte: Avn/Telesur

* da www.lantidiplomatico.it

 

 

 

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