Seppur nella nuova versione democratica il regime confindustriale imposto alcuni anni fa in Honduras con la benedizione di Washington continua ad eliminare gli oppositori politici e sociali.
Una nota militante ecologista indigena honduregna, Berta Caceres, è stata assassinata ieri da sconosciuti che le hanno sparato addosso mentre dormiva in casa, a La Esperanza, circa 200 chilometri a Nord-Ovest di Tegucigalpa.
La polizia ha affermato che la coordinatrice del Consiglio cittadino delle Organizzazioni dei popoli amerindi dell’Honduras (Copinh) è stata uccisa da ladri, mentre rientrava a casa. Ma la madre, intervistata dalla rete televisiva TV Globo, ha denunciato che sua figlia “come tutti sappiamo, è stata uccisa a causa della sua lotta” ecologista. Berta Caceres, madre di quattro figli, aveva anche ricevuto l’anno scorso il Premio Goldman per la sua opera in difesa dell’ambiente, uno dei massimi riconoscimenti a livello mondiale. La Commissione interamericana dei diritti dell’Uomo aveva chiesto al governo delle misure per garantire la sicurezza della militante, ma la donna, madre di quattro figli, non aveva ricevuto di fatto alcuna protezione.
Berta Caceres era diventata nota per la sua lotta ambientalista contro lo sfruttamento del territorio da parte di aziende minerarie e idroelettriche, in particolare aveva lottato in difesa del fiume Gualcarque, nel dipartimento dei Sanata Barbara, nel Nord-ovest dell’Honduras, minacciato da un progetto di diga che avrebbe privato dell’acqua migliaia di abitanti di alcuni villaggi.
La madre ha affermato nell’intervista che sua figlia si era recata recentemente in quella zona e aveva avuto una vivace discussione con i militari e con i dirigenti dell’azienda idroelettica. In passato la donna, cui era stato già ucciso il compagno, era stata minacciata in vario modo: di essere violentata e linciata, ma anche di vedersi uccisa la madre o rapiti i figli.
Tra il 2002 e il 2014 sono stati uccisi in Honduras 111 militanti ambientalisti, di cui 80 negli ultimi tre anni, ha spiegato Chris Moye, un ricercatore di Global Witness, una ong con sede a Londra.
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