Nel corso dei lavori del VII Congresso del Partito del lavoro della Corea del Nord, il leader Kim Jong-Un ha espresso la disponibilità di Pyongyang a normalizzare i rapporti anche con quei paesi che oggi mantengono un atteggiamento ostile nei confronti della Corea del Nord. Secondo quanto riportato dalla BBC, Kim ha confermato che l’arma atomica potrà essere impiegata solo in caso di minaccia diretta alla sovranità del paese, impegnandosi al tempo stesso sulla via della non proliferazione delle armi nucleari. Ciononostante, come da copione, i media statunitensi e sudcoreani continuano ad accusare Pyongyang di prepararsi ad altri esperimenti nucleari a breve scadenza. L’ultimo, condotto lo scorso gennaio (il quarto dal 2006), fu accompagnato dal lancio di un missile a lunga gittata e provocò in marzo l’adozione di dure sanzioni da parte dell’ONU, tra cui la limitazione all’importazione di alcuni metalli preziosi e l’inserimento di diverse personalità nordcoreane in una “lista nera”, simile a quella messa a punto per vari esponenti pubblici russi, per quella che Washington e Bruxelles continuano a definire “l’annessione” della Crimea.
Intanto, il sito del PC della Repubblica popolare di Donetsk, ha pubblicato stralci del discorso pronunciato ieri da Kim, dopo l’intervento inaugurale di venerdì scorso, in apertura dei lavori del Congresso. Ieri, insieme all’onore reso a Kim Il-sung e Kim Jong-il, Kim Jong-Un ha ribadito l’idea dell’avanzata del socialismo e della rivoluzione “Juche-Sŏn’gun”, ripetendo a più riprese lo slogan della “unità tra partito, Esercito e popolo”. In base ai dati congressuali, all’assise partecipano 3.467 delegati, di cui 315 donne: 1.545 funzionari di partito, 719 militari, 423 funzionari dell’apparato amministrativo ed economico, 52 attivisti di organizzazioni sociali, 112 rappresentanti dei settori di scienza, cultura, educazione e media, 786 attivisti di partito, 6 veterani della guerra antigiapponese, 24 ex detenuti nelle carceri sudcoreane. Presenti 1.387 osservatori.
Ricordando alcune decine di esponenti della politica, cultura, sport nordcoreani deceduti dall’ultimo congresso, molti dei quali eroi della resistenza antigiapponese, Kim ha detto che i 36 anni trascorsi dal VI Congresso sono stati “per il nostro partito e il nostro popolo, anni di dura lotta e gloriose vittorie, in una situazione molto grave e complessa”. Una situazione caratterizzata da “prove inaudite, con il crollo del sistema socialista mondiale e l’attacco delle forze coalizzate dell’imperialismo contro la nostra Repubblica, il nostro partito e il nostro popolo”, ricorrendo a “meccanismi di blocco, pressioni e sanzioni che ci hanno completamente chiuso la strada dello sviluppo economico e della stessa sopravvivenza”. Nonostante questo, ha continuato Kim, “la saggia guida dei grandi leader, la coesione del partito, dell’esercito e del popolo, hanno permesso di annullare tutti i tentativi della coalizione imperialista per soffocare la nostra Repubblica, proteggendo la bandiera rossa del socialismo e le conquiste della rivoluzione”. Kim è passato quindi a ricordare gli esperimenti atomici e il lancio, lo scorso febbraio, del satellite artificiale da osservazione terrestre “Kwangmyongsong-4” – di cui il Pentagono nega l’efficienza – insieme ai “successi economici e all’aumento della produzione”, in particolare nel campo di “energia elettrica, carbone, metallurgia e trasporti ferroviari, ingegneria meccanica, chimica, costruzioni, agricoltura e industria leggera”: il tutto “contando soprattutto sulle proprie forze”.
Kim non ha mancato di rivolgere, insieme al ringraziamento ai partiti, alle organizzazioni e ai paesi che mantengono rapporti di amicizia con la Corea del Nord, anche “un cordiale saluto al Fronte Nazionale Democratico Antimperialista, al Partito socialdemocratico di Corea, al partito Chondoist-chhonudan, al popolo della Corea del Sud, all’Associazione dei coreani in Giappone (“Chhonren”: dato che Tokyo non mantiene rapporti diplomatici con Pyongyang, di fatto questa organizzazione cura gli interessi della Corea del Nord in Giappone), alle varie organizzazioni di connazionali all’estero e a tutti i compatrioti che si battono per l’unificazione della patria”.
Secondo quanto riporta l’agenzia russa Interfax, il VII Congresso dovrebbe chiudersi domani o, al più tardi, martedì.
Fabrizio Poggi
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