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Raffica di scioperi contro la Loi Travail. Hollande: “pugno di ferro”

La contestatissima Loi Travail, da molti ribattezzata il ‘Jobs Act’ francese per le similitudini con il provvedimento del governo Renzi, è stata adottata la scorsa settimana grazie al ricorso da parte del governo socialista ad una norma della Costituzione che permette di bypassare il Parlamento. Ma le mobilitazioni di contestazione nei confronti delle politiche liberiste ed autoritarie del presidente Francois Hollande e del primo ministro Manuel Valls continuano in tutta la Francia con rinnovato vigore. L’obiettivo è ottenere il ritiro della legge El Khomri che, nonostante sia ‘passata’ grazie al famigerato articolo 49.3 che permette di evitare il voto dell’aula, deve comunque ricevere l’avallo finale dell’Assemblea Nazionale, previsto per inizio luglio, mentre attualmente il provvedimento è in discussione al Senato di Parigi.

Dopo i movimenti giovanili e studenteschi che sono tornati di nuovo in piazza nei giorni scorsi – domenica manifestazioni in occasione del Global Debout si sono tenute non solo in Francia ma in molte città europee – questa settimana tornano in campo soprattutto i lavoratori. Sette diversi sindacati francesi – Cgt, Force Ouvrière, Fsu, Solidaires, Unef, Unl e Fidl, ma non la Cfdt che ha negoziato con il governo qualche cambiamento di facciata della Loi Travail – hanno infatti mobilitato i loro iscritti per due nuove giornate di sciopero e mobilitazione, oggi e il prossimo 19 maggio (si tratta della sesta e della settima mobilitazione generale in due mesi), con l’obiettivo di imporre la cancellazione della cosiddetta “riforma”. Una richiesta che avrebbe, stando ai sondaggi, il supporto della maggioranza della popolazione francese. “Quando non si viene ascoltati, bisogna tentare di farsi ascoltare” ha detto il numero uno del sindacato di sinistra Cgt Philippe Martinez, aggiungendo che il suo sindacato “è in sintonia con l’opinione pubblica”.

Visto che alla Camera, a causa di una consistente pattuglia di deputati socialisti dissidenti, il governo non può contare su una solida maggioranza che gli approvi la legge che aumenta la precarietà, facilita i licenziamenti e sancisce la prevalenza degli accordi aziendali su quelli di categoria, aumentando così il potere delle imprese, Valls e Hollande dovrebbero di nuovo far ricorso all’articolo 49.3 dimostrando la propria palese incapacità di portare a casa il risultato senza adottare comportamenti autoritari.

Mentre scriviamo sono in corso in tutto il paese una lunga serie di proteste nel settore dei trasporti (aeroporti, ferrovie, porti, traghetti), dell’energia, dei servizi pubblici, dell’industria chimica e del commercio.
Questa mattina 3mila lavoratori sono riusciti a bloccare la zona portuale di Le Havre. Problemi anche per il trasporto urbano a Parigi, man mano che i lavoratori abbandonano il posto di lavoro per partecipare alle manifestazioni. Per le ferrovie (Sncf), invece, la giornata clou sarà quella di domani con forti ripercussioni sulla circolazione delle le linee Rer che collegano Parigi alla sua periferia. Altro settore di punta in questa ondata di proteste è quello petrolchimico: i sindacati prevedono “una riduzione progressiva della produzione da martedì” e uno sciopero generale venerdì.

Già da ieri sera comunque sono sul piede di guerra gli autotrasportatori presi di mira da un articolo specifico della Loi El Khomri che permette, in caso di parere favorevole da parte dei rappresentanti sindacali dell’impresa, di diminuire dal 25 al 10% il compenso per gli straordinari pagati agli autisti di camion e Tir.

Mentre Francois Hollande giura che non si piegherà alla ‘prepotenza di una minoranza’ per tutta la notte e ancora in queste ore i picchetti dei lavoratori stanno bloccando molte strade e autostrade per amplificare l’effetto degli scioperi proclamati in diversi comparti, accompagnati da nuove manifestazioni di piazza.

parigiLo stesso Hollande, intervistato dalla radio Europe 1, ha ribadito che contro i contestatori della ‘riforma’ utilizzerà il pugno di ferro. Ed infatti dopo i più di 1000 arresti effettuati in due mesi di mobilitazioni, recentemente alcuni manifestanti – in particolare i militanti del Movimento Inter-Lotte Indipendente e di Action Antifasciste – oltre che un fotoreporter hanno ricevuto divieti espliciti di manifestare in alcune zone della capitale francese. Gli attivisti sono stati diffidati dal Prefetto a manifestare nei pressi di Place de la Republique ed in altre zone abitualmente attraversate dai cortei, sulla base dell’articolo 5 dello stato d’emergenza deciso a novembre dopo gli attacchi terroristici di Parigi e rinnovato fino a luglio, ed ora applicato per tentare di bloccare le proteste sociali contro l’esecutivo. Una scelta che ha destato le proteste non solo di numerose realtà sociali e di lotta, ma anche dei sindacato dei giornalisti che accusa la pubblica sicurezza di voler imbavagliare l’informazione sulle mobilitazioni.

Anche oggi alcune delle manifestazioni sono sfociate in scontri tra gli agenti in tenuta antisommossa e gruppi di partecipanti con il volto coperto che contro i Crs hanno usato anche dei fuochi artificiali. In particolare a Parigi dove alle 14.30 è partito un corteo composto da ben 55 mila persone, e a Nantes dove la manifestazione aveva sfilato in mattinata.

Mentre il corteo parigino – partito dalla piazza dell’Ecole Militaire e diretto a piazza Denfert-Rochereau – stava sfilando in Boulevard de Montparnasse, da una strada laterale sono sbucati circa duecento giovani con il volto coperto da fazzoletti o passamontagna, mascherine antigas, occhiali da sci e caschi, armati di spranghe e bastoni di vario tipo che sono riusciti a inserirsi in testa al corteo, scontrandosi sia con i poliziotti che con il servizio d’ordine dei sindacati al grido di “SO collabos” con lanci di pietre e bottiglie incendiarie. La polizia ha risposto con numerose cariche e il lancio di lacrimogeni. Gli scontri si sono ripetuti all’angolo tra Montparnasse e il Boulevard Raspail e al momento dell’ingresso della testa del corteo a Denfert-Rochereau. 

“Incidenti” sono stati segnalati anche a Tolosa e Perpignan. Secondo la polizia in totale sarebbero finora una cinquantina i manifestanti arrestati o fermati durante la giornata di oggi in tutto il paese. 

 

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