Menu

Il prezzo della pace alla fiera della vanità

Fabbrichiamo i tuoi sogni. E’ la promessa di una delle pubblicità offerte negli spazi appositi, protetti e trasparenti, lungo le strade di Genova in questi giorni. Si tratta,come spiega l’immagine sotto di stimolare le consumatrici a truccarsi per apparire fatali come solo i sogni sanno fare. Anche per la pace e dintorni il rischio è quello di fabbricare sogni e di affidarsi a un trucco. Il ‘making-up’, il ‘maquillage’, che non fa che confermare la tendenza attuale che tutto traduce in apparenze, sogni compresi. Tra questi quello della pace è, come sappiamo, di particolare rilevanza e attualità. Chi ha visto la guerra in Liberia, come chi scrive, sa bene che la pace non ha prezzo. Col tempo, però, anche quest’ultima, adeguandosi alla narrazione dominante, un prezzo ce l’ha. Un buon esempio il recente incontro interreligioso di Assisi, di francescana memoria, presentato come momento profetico. Per di più capitato in un contesto di scelta e desiderata ‘guerra permanente e globale’ contro il terrorismo, motivato a volte da ideologie ‘religiose’.

In effetti il 16 e 17 gennaio dell’anno scorso a Niamey le nostre chiese e quelle dei fratelli protestanti sono andate distrutte dal fuoco. Sono stati accertati una decina di morti, danni ingenti e soprattutto la perdita forse irrimediabile della fiducia sociale, che è alla base di ogni umana convivenza. Quindi nulla di più necessario che dare continuità a incontri di preghiera e scambio, con dichiarazione finale di capi religiosi che anelano alla pace. Difficile ma non impossibile stimare il prezzo di questo sogno fabbricato che somiglia, senza volerlo, ad un ‘maquillage’ poco rilevante. I membri del Comitato Preparatorio hanno per tempo e con perizia prenotato alberghi, cene, pranzi di gala per i capi religiosi e le loro ‘suite’. Rabbi, imam, vescovi, cardinali e dignitari di altre religioni. Buon ultimo della lista il papa che non solo nel nome parla di pace. Tutti sono stati oggetto di onerose attenzioni. I prezzi degli hotel in questione, Giotto, Fontebella o Cenacolo di Santa Maria degli Angeli, sono noti. Dai 188 euro in su e con suite si arriva agli 800 euro al dì.

E’ un testimone oculare ad Assisi in quei giorni che lo ricorda. Le Cene a prezzo politico sono di 45 euro circa. I rabbi con mercedes, i musulmani con cocktail e una cena in cui sono stati spesi 800 euro in bevande. Disponibili 20 euro a testa per le bevande. E poi gli invitati, prescelti espesso raccomandati (nulla è lasciato al caso), tra 7 e 7 500, con prezzi di favore dai 58 ai 68 euro a persona. Almeno 400, invece, i commensali per tre giorni con cene e pranzi. Il tutto comporta una somma difficile ma non impossibile da valutare. La pace un prezzo ce l’ha, magari poco visibile e trasparente, ma ce l’ha. La fabbricazione di sogni, specialità diffusa in vari ambiti anche religiosi, si avvicina al trucco o ‘making-up’ prima rilevato. Mediaticamente utile, vergognosamente opaca e soprattutto funzionale al sistema dominante che da questi eventi esce rafforzato. Resta da domandarsi in che modo e in virtù di quale aura questi ‘capi religiosi’ dicono le sofferenze e i drammi dei nostri poveri. E chi mai ha dato loro il mandato di rappresentarne i volti.

Per noi, che torniamo tra breve al ‘Sud di Lampedusa’, in un paese islamico, di tutto ciò non resterà traccia alcuna. Si riparte con l’impressione di avere assistito, da spettatori, ad un sogno fabbricato senza futuro. E intanto Francesco d’Assisi è seduto tra gli altri in una barca, tra i migranti.

 

genova, settembre 016

 


 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *