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Polonia, la lotta paga. Governo rinuncia a restrizioni sull’aborto

In Polonia la grande mobilitazione delle donne e delle correnti progressiste contro la volontà da parte dei settori più reazionari di imporre una limitazione al diritto di aborto in un paese in cui è già in vigore una delle leggi più restrittive del pianeta sembra sortire i primi effetti.
Il Parlamento della Polonia ha infatti bocciato il disegno di legge presentato da un cosiddetto ‘comitato pro-vita’ che di fatto limiterebbe la interruzione volontaria di gravidanza ai soli casi in cui vi è un grave rischio per la vita del nascituro o della madre, introducendo severe pene detentive per i medici e per le pazienti che dovessero trasgredire.

Dopo il parere contrario espresso dalla apposita Commissione ieri e dopo le massicce proteste di piazza dei giorni scorsi – dagli scioperi delle donne fino alle marce in decine di città – oggi la plenaria della Sejm ha respinto la proposta. 352 deputati della maggioranza di centro destra e dell’opposizione di centrosinistra hanno votato contro il testo, mentre i voti a favore sono stati 58 e le astensioni 18.

Il ripensamento del governo di destra e del partito di maggioranza Diritto e Giustizia (Pis), inizialmente favorevoli all’iniziativa di legge, è arrivato appunto dopo giorni di scioperi e manifestazioni che avevano portato centinaia di migliaia di persone nelle strade di varie città della Polonia.

“Pis è e sarà sempre dalla parte della vita ma l’impatto del divieto di aborto può essere contrario ai risultati desiderati”, ha dichiarato prima del voto decisivo Jaroslaw Kaczynski, il leader del partito reazionario che sostiene il governo di Beata Szydlo. Addirittura molti vescovi polacchi, in un comunicato diffuso ieri, avevano espresso la loro contrarietà alla proposta di introdurre pene detentive per i trasgressori.
“Le polacche hanno vinto sul Pis”, ha titolato in prima pagina il quotidiano Gazeta Wyborcza sottolineando il parziale dietrofront del partito di Kaczynski che, solo pochi giorni fa, il 23 settembre scorso, aveva contribuito all’approvazione in Parlamento del disegno di legge.

Ora una parte del variegato fronte che ha animato la mobilitazione degli ultimi giorni ha annunciato che non si accontenta del pur importante risultato raggiunto e che continuerà a mobilitarsi per ottenere un miglioramento della legge attualmente in vigore e un aumento dei diritti per le donne.

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1 Commento


  • Daniele

    Come mai adesso non gridano più "Evviva Papa Wojtila! Evviva Solidarnosc!"? Forse perchè lo stalinismo assassino e criminale, la dittatura sovietica sanguinaria dopo tutto garantiva pari dignità ad uomini e donne e cure sanitarie gratuite (anche l'aborto)?

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