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Piccoli razzisti crescono. Stephen Bannon alla Casa Bianca

La Lega anti-diffamazione ed i Democratici intervengono sulla nomina del dirigente della Breitbart

Il neo-eletto presidente degli Stati Uniti ha contattato Stephen K. Bannon, il discusso amministratore delegato della Breitbart News*, per ricoprire alla Casa Bianca l’incarico di “chief strategist”, e “senior adviser”, più o meno il corrispettivo del nostro consigliere “strategico”, o capo di gabinetto. L’incarico ha già scatenato la violenta reazione dei gruppi antidiscriminazione.

Bannon ed il sito web in cui ricopre una carica dirigenziale, sono collegati all’ala di estrema destra ultraconservatrice, denominata “alt-right” (abbreviazione di “alternative right”, destra alternativa), un gruppo di cittadini “molto nostalgici”, quasi una setta, costituito in larga parte, da suprematisti bianchi; per molti, il suo inserimento nella squadra governativa è un consenso alle posizioni estreme che molti sostenitori di Trump hanno sollecitato per tutta la campagna elettorale.

Inizialmente l’ex regista e produttore di Hollywood, nonché amministratore delegato della Goldman Sachs,** si credeva fosse stato scelto da Trump per ricoprire il ruolo di Capo dello Staff (figura di grande potere, a volte viene definito come il secondo uomo più potente a Washington), ruolo per il quale è stato poi scelto il Presidente del CEO, il Comitato Nazionale del Partito Repubblicano, Reince Priebus. In risposta all’annuncio della nomina di Bannon da parte di Trump, si sono levate una serie di critiche, a denunciare la sua scelta.

La Lega Anti-diffamazione, un gruppo a sostegno della comunità Ebraica, ha sottolineato la sua forte opposizione a Bannon. “E’ un giorno triste quando, un uomo che dirige un sito web di punta nel mondo della “alt-right” la destra estrema – un gruppo connesso ai suprematisti bianchi e sfacciatamente razzista ed antisemita – viene inserito nella lista per essere nominato consigliere esecutivo nello staff della “casa della nazione”, si legge nella dichiarazione della ADL.

Il “Southern Poverty Law Center”, un centro che monitora il crimine e la violenza negli States, ha dichiarato in un tweet che Bannon “è stato il deus-ex-machina, il vero traghettatore che ha guidato la Breitbart a divenire una fabbrica di propaganda etnico-nazionalista per l’uomo bianco”

Consulenti politici ed analisti strategici per conto del Governatore dell’Ohio John Kasich, già in corsa per la Casa Bianca, hanno ammonito su Tweeter gli Americani, a “vigilare molto da vicino”, la figura di Bannon.

Anche diversi membri del Congresso sono intervenuti nel dibattito. Un portavoce per il Senatore Democratico Harry Reid, ha espressamente denunciato la scelta di Bannon nella dichiarazione che segue: “E’ facile capire perché il KKK (Ku Klux Klan, nome della più vasta organizzazione clandestina razzista d’America) guarda a Trump come al suo “campione”, se è lo stesso Trump a nominare uno dei principali propagandisti dei temi e della retorica suprematista bianca, all’apice della lista dei suoi assistenti”, dichiara il portavoce di Reid, Adam Jentleson, secondo il quotidiano americano “Politico”. Sempre su Tweeter, il Democratico californiano Adam Schiff, ha definito la scelta di Bannon, prevedibile, ma “allarmante”.

Bannon aveva negato, in precedenza, di aver mai fatto commenti antisemiti, sebbene non avesse pubblicamente ancora rilasciato alcuna dichiarazione pubblica sulle reazioni alla sua nomina alla Casa Bianca.

Traduzione e cura di Francesco Spataro

*sito Americano di notizie “on-line” fondato da Adam Breitbart nel 2007 noto per le sue posizioni ultraconservatrici, dichiaratamente xenofobe e molto vicine alle idee dei “suprematisti bianchi”. Stephen Bannon, è stato amministratore delegato di una delle sezioni del sito, dal 2012 ad oggi.

** Una delle banche d’affari più importanti nel mondo. Si occupa quasi esclusivamente di investimenti finanziari.


 

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