Sarebbe stato avvistato intorno alle 8 (ora italiana), circa 6 miglia dalla costa, il primo corpo degli 84 passeggeri e 8 membri d'equipaggio del Tu-154 del Ministero della difesa russo precipitato nel mar Nero poco dopo la partenza da Soči e diretto in Siria. Il velivolo era scomparso dai radar 20 minuti dopo la partenza dalla località turistica della Russia meridionale. Interfax scrive che secondo le valutazioni degli esperti, sarebbero pressoché nulle le probabilità di trovare viva qualcuna delle persone a bordo, tra cui 8 membri dell'equipaggio, 8 militari, 2 funzionari civili, 9 giornalisti dei canali “Rossija-24” e “Zvezda”, la rappresentante di “Spravedlivaja pomošč” (una specie di “Medici senza frontiere” russa), Elizaveta Glinka, oltre i 64 componenti del complesso musicale “Aleksandrov”, che avrebbero dovuto esibirsi alla base aerea “Khmeymim” di Latakia per gli auguri di fine anno agli aviatori russi dislocati in Siria. Secondo la stessa “Rossija-24”, l'areo sarebbe precipitato durante le manovre susseguenti il decollo, senza che l'equipaggio abbia lanciato nessun segnale di pericolo.
Secondo fonti del Ministero della difesa russo, l'aereo, partito dall'aeroporto “Čkalov” di Mosca, aveva fatto uno scalo tecnico a Soči per rifornirsi di carburante ed era quindi decollato dall'aeroporto “Adler” di Soči alle 3.40 del mattino; poco dopo se ne era perso il segnale di radiolocalizzazione.
Già intorno alle 7 ora italiana, Interfax scriveva che chiazze d'olio e rottami di carlinga erano stati avvistati nelle acque agitate del mar Nero, di fronte all'area di Khosta, a sud di Soči.
Al momento, non si parla di possibile attentato e, tra le versioni al vaglio degli inquirenti, c'è quella di un qualche volatile finito in uno dei tre motori del velivolo; non lontano dall'aeroporto di Soči c'è infatti un'area destinata alla sosta di uccelli migratori, con annesso parco ornitologico. Si valutano anche le ipotesi di guasto tecnico ai motori e della qualità del carburante.
Fabrizio Poggi
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