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Sanders conquista il Partito Democratico in California

Trump entra alla Casa Bianca, milioni di persone – soprattutto donne – manifestano contro di lui on tutti gli Stati Uniti, l'establishment democratico di Washington appare sotto choc (nonostante le trappole disseminata da Obama negli ultimi giorni della sia presidenza).

Ma che fine ha fatto la “Nostra Rivoluzione” dell'anziano senatore “socialista” del Vermont, Bernie Sanders? Beh, sta cercando di conquistare la macchina organizzativa dei democrats, in modo da evitare gli evidenti brogli dell'ultima campagna per le primarie.

I sostenitori del senatore Bernie Sanders si sono riversati in massa al caucus del partito, all'inizio di questo mese (per tradizione abbastanza “mosci”(, eleggendo una lista di delegati che potrebbero essere pronti a prendere in consegna la più grande organizzazione del Pd fuori di Washington.

I sostenitori Sanders affermato di aver eletto più di 650 delegati sui 1.120 disponibili. Questi delegati sceglieranno il prossimo presidente del Pd dello stato, insieme ad altri funzionari del partito.

I sostenitori di Sanders ritengono di cambiare la natura stessa del Pd locale.

"Uno dei problemi che stiamo cercando di risolvere è di trasformare il partito", ha detto Shannon Jackson, direttore esecutivo della Nostra Rivoluzione, l'organizzazione che nasce dalla campagna presidenziale del Sanders. "Questo è il primo passo in questo processo."

Lo sforzo militante è stato notevole. La corrente di Sanders ha inviato più di 100.000 e-mail e consegnato 40.000 volantini. Più di 800 sostenitori Sanders si sono candidati come delegati.

La conquista della maggioranza è avvenuta nonostante non si sia verificata affatto la bassa affluenza alle urne solita in questo periodo dell'anno, tanto più dopo il risultato elettorale che ha demoralizzato la vecchia struttura di attivisti pro-Clinton. Uno dirigente del partito a Sacramento ha raccontato di aver aspettato 45 minuti in fila prima di poter votare, mentre di solito ci metteva solo cinque minuti ad entrare ed uscire.

"C'è un sacco di energia nel partito in questo momento. Abbiamo bisogno di muoverci molto velocemente per sfruttare questa energia", ha detto in un'intervista Anthony Rendon, presidente dell'assemblea californiana, ammirando l'affluenza nel suo distretto di Los Angeles.

L'ultima legislatura della California è stata all'avanguardia in alcuni dei programmi politici più liberals del paese, in tutti i campi; dai cambiamenti climatici ai diritti degli immigrati. I sostenitori Sanders sperano di sfruttare la loro ritrovata forza per convincere la maggioranza democratica nell'Assemblea dello stato e il Senato dello stato ad abbracciare posizioni progressiste ancora più aggressive.

La California non è però l'unico stato in cui i sostenitori Sanders stanno cercando di prendere il controllo del partito democratico. Il gruppo si sta anche organizzando anche in Florida, Iowa, Colorado e Michigan.

"Speriamo che, entro un anno o due, avremo una maggioranza in tutti gli Stati interessati", ha detto Jackson.

A quanto pare, la politica statunitense sta cambiando completamente volto, seppellendo quel "bipartitismo forzoso", concorrente al centro, che negli ultimi trenta anni ci avevano venduto come il non plus ultra della "stabilità".

Le opinioni politiche si vanno polarizzando, tra una destra nazionalistica "estrema" imprintata dall'individualismo proprietario e un riformismo radicale (in Europa lo diremmo socialdemocratico conseguente) che fa dello "stato sociale" e della difesa dell'ambiente un progetto di massa.

In altri termini, la crisi della capacità egemonica Usa si va "introvertendo". E' una buona notizia, per il resto del mondo.

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