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Messico. Un muro umano contro il “Muro” statunitense

Il confine tra Ciudad Juarez, in Messico, ed El Paso, negli Stati Uniti, è stato il punto in cui ieri migliaia di messicani hanno dato vita un vero e proprio muro umano in segno di protesta per le misure in materia di immigrazione attuate da Donald Trump.

In un altro valico di frontiera che separa Tijuana da San Diego c’è stata la protesta di una cinquantina di  persone che hanno formato un muro composto di lavoratori senza documenti, attivisti, funzionari governativi e deportati di diverse nazionalità del centro e sudamerica.

"Nessun altro muro, niente più deportazioni", è stato scandito dai manifestanti a Tijuana mano nella mano lungo la recinzione di confine che separa il Messico dagli Stati Uniti. Mentre a Ciudad Juarez  i protagonisti del muro umano sono stati dei bambini, che hanno portato fiori formando  la catena umana che ha raggiunto i mille metri sul bordo del Rio Grande, a 20 metri dalla città di confine di El Paso.

Costruire un muro per impedire l'immigrazione clandestina non è una novità per gli Stati Uniti.  Una barriera simile a un muro è stata eretta praticamente da ogni amministrazione statunitense,  dal presidente Ronald Reagan fino a Trump passando per Clinton. La misura fu adottata dopo l'ondata di immigrati senza documenti arrivati ​​dal Messico e America Centrale negli anni ottanta negli usa, a seguito di crisi economiche e guerre civili (soprattutto da Salvador e Guatemala).

 

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