L’economista ultraliberista Milton Friedman in questi giorni viene ricordato e celebrato come alfiere della libertà dei mercati, in contrapposizione alla politica dei dazi di Donald Trump.
È bene ricordare allora che l’economista, che fu a capo di quella che venne chiamata “la scuola di Chicago”, fu amico, ammiratore e ispiratore del feroce dittatore fascista Pinochet, che in Cile portò alla morte il presidente socialista Allende e decine di migliaia di militanti sindacali e della sinistra. Fu solo grazie alla brutale forza assassina della dittatura che in Cile furono imposte la privatizzazione totale e la distruzione dei diritti sociali e del lavoro, nel nome del libero mercato. Il Cile divenne la cavia del liberismo e furono propri i seguaci di Friedman, chiamati “Chicago boys”, a gestire tutte le decisioni economiche e sociali di Pinochet. E Friedman chiamò “miracolo cileno” la restaurazione della tirannia dei profitti e delle multinazionali, Usa in primo luogo, ai danni della civiltà e della vita di un popolo.
Quel modello liberista è stato poi progressivamente imposto dagli Stati Uniti a tutto il mondo. Per decenni quel modello ha trionfato, ma alla fine è entrato in crisi e ora sta facendo precipitare l’umanità nella recessione economica e nella guerra.
In questi giorni, per propagandare la libertà di mercato, da Elon Musk e da altri è stato diffuso un vecchio video dove Friedman mostrava una matita. L’economista presentava questo piccolo oggetto come l’esempio della bontà della mano invisibile del mercato. Che, se non disturbato dalla intromissione del potere pubblico, depositerebbe sempre la merce giusta, al prezzo giusto, nel posto giusto. Era la favola liberista che tutti i reazionari raccontano da più di duecento anni. Peccato che la matita di Friedman oggi sia quasi sicuramente prodotta in Cina, ove lo Stato e il partito comunista controllano il mercato.
Ed è proprio per impedire che gli americani continuino a comprare quelle matite che il miliardario Trump, assieme ai suoi oligarchi capitalisti, ha messo i dazi. Perché il sistema mondiale liberista alla fine ha visto la caduta proprio della potenza economica degli Usa. Che hanno perso sempre più potere di fronte all’emergere di nuove grandi realtà produttive e finanziarie, che non hanno più accettato di essere trattate come colonie. E il capitalismo americano è per il libero mercato sino a quando lo può dominare, poi basta.
I liberali da sempre imbrogliano, quando presentano il loro mondo come il migliore possibile e il solo che garantisca la pace. E come Milton Friedman, i liberali diventano fascisti e guerrafondai non appena gli affari lo richiedano.
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Oigroig
«I liberali diventano fascisti e guerrafondai non appena gli affari lo richiedano». Giustissimo! Per questo bisognerebbe cercare metodicamente di individuare e danneggiare gli affari perché, come dice Machiavelli, i borghesi «dimenticano piuttosto la morte del padre che la perdita del patrimonio»…