Doveva essere la notizia della settimana. Il primo incontro tra il nuovo padrone della Casa Bianca e il leader del paese che più ha avuto da guadagnare con la globalizzazione, in vista di un radicale cambiamento delle relazioni commerciali e geopolitiche tra i due giganti. I missili lanciati contro una base siriana svuotata l'hanno fatto passare in secondo piano, ma i venti di guerra che spirano hanno diversi livelli di motivazione. E forse è stato decisamente più rivelatore questo vertice che non le notizie che hanno occupato la cronaca di questi giorni.
*****
L’attacco aereo in Siria oscura l’incontro fra Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping
Mark Landler, The New York Times 7 aprile 2017
Traduzione e cura di Francesco Spataro
Palm Beach, Florida – Il presidente Trump, lo scorso venerdì, ha accolto l’omologo cinese Xi Jinping per un primo incontro; il meeting, più che l’inizio di una collaborazione fra grandi potenze è stato, per il leader cinese, l’occasione per assistere ad una rozza dimostrazione di potenza militare americana.
Alcune ore dopo l'inizio dell'incontro, Trump ha ordinato che venissero lanciati dei missili Tomahawk, su una pista d’ atterraggio siriana; così facendo, Xi Jinping è stato costretto ad usare l'influenza del proprio paese per mettere un freno ad un altro governo considerato canaglia: quello della Corea del Nord. Il Presidente Trump ha ripetuto il suo avvertimento: in assenza di un maggior impegno da parte della Cina, gli USA si vedranno costretti ad agire da soli, per limitare la belligeranza del dittatore nordcoreano, Kim Jong-un.
Il presidente ha anche toccato la questione del cronico squilibrio commerciale sino-americano. Un funzionario dell'amministrazione Trump ha dichiarato che il presidente si è rivolto all'omologo cinese, affermando che entrambe le parti avevano assoluto bisogno di iniziare ad affrontare il problema del deficit, immediatamente, una volta per tutte; così facendo ha indotto la Cina a proporre un programma, da realizzare in cento giorni, per rivedere le relazioni commerciali fra quelle che sono le due economie più grandi del mondo.
Il Segretario di Stato Rex W. Tillerson ha dichiarato che il Presidente Trump ha ribadito al leader cinese che è necessario fare “passi concreti per omogeneizzare le condizioni dei lavoratori americani.” Un secondo funzionario dell'amministrazione, ma di grado più elevato rispetto alla prima fonte, ha dichiarato che i toni sull'argomento commercio, negli scambi a quattr’occhi, sono stati “piuttosto duri, risoluti”, sebbene fra i due uomini, sia evidente che c’è una certa intesa.
Il programma dei 100 giorni, è stata l'unica notizia concreta uscita dal meeting tenutosi al resort del Presidente Trump, in località Mar-a-Lago, un meeting che alcuni credevano sarebbe stato niente più che un mero esercizio di formalità, un incontro giusto per fare conoscenza. Alla fine, anche i cerimoniali pratici usualmente utilizzati negli incontri di vertice fra superpotenze, sono stati oscurati completamente, dal dramma che si stava svolgendo nel Mar Mediterraneo orientale.
Intorno alle ore 20.40 di giovedì, infatti, mentre i due leaders stavano finendo una cena a base di sogliola di Dover scottata in padella e di bistecche newyorkesi, e perciò di una qualità di manzo sceltissima, e frollate a secco (la “lungaggine” è d’ obbligo, vista la particolarità del processo, molto sofisticato e costoso, e che rende meglio l'idea del tenore in cui si svolgono di solito questi meeting N.d.T.), Trump ha avvertito il presidente Xi che, poco prima aveva ordinato un fuoco di sbarramento missilistico sulla Siria, per punire il (presunto, ndr) micidiale attacco effettuato con armi chimiche dal governo di Bashar-Al-Assad. Secondo la versione di Tillerson, Xi Jinping, ha risposto al presidente Trump che comprendeva, e che una risposta militare è sempre necessaria “quando vengono uccisi dei bambini”.
Il racconto della reazione del presidente cinese fatto da Tillerson è stato lievemente diverso dalla risposta ufficiale del governo cinese. Proprio venerdì, un portavoce del ministro degli esteri, Hua Chunying, ha ribadito la posizione della Cina, per un “accordo politico” in Siria, atto a prevenire un ulteriore deterioramento della situazione.
I funzionari dell'amministrazione Trump hanno dichiarato che l'attacco missilistico non ha turbato l'incontro. Di fatto, affermano, potrebbe aver rafforzato la posizione di Trump, che faceva appello al presidente cinese per esercitare una pressione politica maggiore sulla Corea del Nord. Inoltre, i funzionari hanno rilevato che la Corea del Nord pone dei problemi di ordine differente, in qualche modo anche più difficili di quelli che pone la Siria; un parallelo con un governo canaglia in possesso di armi di distruzione di massa non può essere accantonato dal rappresentante cinese.
Xi Jinping ha riferito a Trump che condivideva l'idea, in accordo con Tillerson, che la minaccia costituita dalla Corea del Nord aveva raggiunto “uno stadio molto serio”. Alcuni giorni prima dell'incontro, Pyongyang aveva testato un altro missile balistico a media gittata ma, secondo un funzionario del governo americano, la Cina non aveva fatto nessuna nuova proposta su come trattare con il governo del presidente Kim Jong-un.
Al meeting la Cina, al di là del programma dei 100 giorni, non ha portato altre concessioni sul commercio. Sappiamo che Trump vorrebbe firmare un provvedimento esecutivo, che penalizzi gli altri paesi nel caso introducano sul mercato americano acciaio a basso costo, una mossa il cui bersaglio potrebbe essere la Cina. I funzionari dell'amministrazione hanno evitato anche solo di discutere un provvedimento del genere e non è chiaro, quindi, se lo abbiano presentato al rappresentante cinese.
“Ci sono ambiti, in cui vogliono chiaramente lavorare con noi”, ha dichiarato il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, che continua affermando che “obiettivo dell'amministrazione è aumentare le esportazioni verso la Cina.”
Wilbur Ross, segretario al Commercio, afferma che il programma dei 100 giorni è ambizioso da realizzare, dal momento che, di solito, i negoziati durano anni. “Si tratta di una profonda trasformazione, darà ritmo al dibattito,” afferma il politico.
Nei commenti tenuti riservati, i due leaders hanno sorvolato sui classici motivi d’attrito di lunga data; sotto la luce di lampadari preziosissimi, uno di fronte all'altro su un tavolo a forma di ferro di cavallo, a Mar-a-Lago, i presidenti hanno chiacchierato dei loro personali rapporti, per ora ancora allo stato embrionale.
“Abbiamo fatto progressi enormi, nelle nostre relazioni con la Cina,” ha dichiarato il presidente Trump, ed ha aggiunto che, “molti dei problemi, potenzialmente negativi, spariranno.” Il presidente cinese, dalla sua, ha replicato, in perfetto mandarino (la lingua franca adoperata dai funzionari imperiali delle dinastie Ming e Qing, N.d.T.), che i colloqui, avevano toccato diversi argomenti, e che “il più rilevante, è approfondire la nostra amicizia, che aiuti a costruire un particolare genere di fiducia che mantenga durature le relazioni e l'affiatamento sino-americano.”
Il summit ha presentato analogie con quello del 2013, svoltosi nella tenuta di Barack Obama a Sunnylands nella California meridionale, sebbene sia stato più breve. Poco prima di pranzo, Trump ha accompagnato il presidente cinese in un breve tour dei dintorni, nei terreni curatissimi di Mar-a-Lago, gesticolando per indicare luoghi d’ interesse, e a volte solo il panorama al di là dell'Oceano Atlantico.
Il venerdì mattina, Melania, la moglie di Donald Trump, e la moglie di Xi Jinping, Peng Liyuan, hanno fatto visita ad un liceo in cui si insegnano le specializzazioni in arte, danza, musica e teatro; qui hanno ascoltato 80 studentesse, che hanno intonato “Astonishing” (dal musical di Broadway “Piccole donne” N.d.T.), una canzone sulla responsabilizzazione delle donne. Giovedì sera, la nipote di Trump, Arabella, ha cantato in mandarino, ad entrambe le coppie, ricevute dal fratello Joseph.
Le due parti si sono trovate d’accordo anche nella creazione di un nuovo dialogo, di alto livello, guidato sia da Trump che da Xi, per discutere vari argomenti in corso di evoluzione: dalla diplomazia alla sicurezza, dall'economia ai problemi sociali. Il venerdì mattina, i consulenti di Trump, hanno dato l'avvio ai colloqui ufficiali, incontrandosi per la prima colazione in tavoli separati, nel patio di Mar-a-Lago.
Oltre a Xi Jinping e sua moglie, la delegazione cinese, includeva quattro membri del Politburo (l'ufficio politico del Partito Comunista Cinese N.d.T.), una più che rara apparizione del Partito Comunista, ad un meeting americano. Il presidente cinese, ha invitato Trump a visitare la Cina, nel 2017, ed il presidente ha accettato, sebbene Tillerson, abbia dichiarato che avrebbe dovuto consultare l'agenda, per controllare se l'incontro si sarebbe potuto organizzare per l'anno in corso.
Leggendo una dichiarazione della Casa Bianca, Tillerson avrebbe dichiarato che gli USA hanno cercato un rapporto con la Cina basato sul “mutuo interesse”. Questa è una delle frasi che il governo cinese usa più frequentemente, e può essere facilmente interpretata come una richiesta di rinvio, nell'interesse tutto di Pechino, riguardo argomenti delicati come Taiwan, il Tibet o il Mar cinese meridionale.
Funzionari americani affermano che Xi Jinping, ha insistito perché fossero usate, nella dichiarazione degli USA, una serie di altre frasi, inclusa quella che Tillerson utilizzò durante una visita in Cina il mese scorso, in cui si parlava di “soluzioni ottimali”, e per la quale fu tanto criticato dagli esperti del paese. Il presidente cinese, ha anche insistito per emettere una dichiarazione congiunta, che l'amministrazione Trump, ha però rigettato.
Tillerson non si pronuncia su quanto e se Trump abbia insistito o meno, con il leader cinese, riguardo specifiche questioni che interessano i diritti umani.
“Non credo sia il caso di avere una conversazione separata sull'argomento; in qualche modo, separare le nostre opinioni rispetto i diritti umani dalle nostre discussioni sull'economia, le nostre controversie da militare a militare, o le opinioni sulla politica estera, non va bene” ha dichiarato. “quelle questioni sono incorporate in ogni momento di discussione.”
Forse la differenza più grande tra questo incontro e quelli che il presidente cinese ha avuto con Obama, sta nel contesto, un’ area più vasta di cooperazione tra i due paesi rispetto a quanto avvenuto durante la precedente amministrazione. Trump ha detto esplicitamente che, il cambiamento climatico non è più una priorità per gli USA, e anche la Cina sembra averlo liquidato dalla sua agenda.
“Ma questo argomento non è stato la priorità dell'incontro,” ha dichiarato Ross, “né saremo noi a ricordarlo esplicitamente alla Cina.”
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa