Bisogna ringraziare ancora Andrea Palladino, ex collaboratore de il manifesto attualmente in forza a Famiglia Cristiana, che sta seguendo da vicino la tragicomica vicenda della C Star, la nave presa a noto dalla “Generazione identitaria” – filiazione italiana di Defend Europe, organizzazione fascita europea. Come già avevamo scritto, questa iniziativa pubblicitaria dei nazistelli aveva come scopo dichiarato quello di disturbare “fisicamente” i salvataggi in mare operati dalle navi delle Ong (non tutte al di sopra di ogni sospetto, peraltro).
Il tutto in nome del “contrasto all’immigrazione irregolare e clandestina”, condita con vaniloqui sulla “politica di sostituzione” della popolazione indigena (saremmo noi, italiani di pelle più o meno bianca) con “negri” importati.
Questa nave, già nei giorni scorsi, aveva avuto problemi “burocratici” – carenza o assenza di documenti – nel passaggio del Canale di Suez, rimanendo ferma per un po’ in un porto egiziano. Poi era ripartita per fare tappa a Cipro, anziché a Catania – come annunciato da settimane, fino a suscitare un’ampia mobilitazione antirazzista. Una deviazione alquanto strana, ma ora si capisce perché…
A Cipro, infatti, il capitano e il proprietario della nave sono stati arrestati. I documenti non erano in ordine e l’equipaggio era in gran parte formato da cingalesi… Tanti, forse troppi, al punto da far sospettare che in realtà stesse trasportandoli in Europa. I cingalesi erano infatti inquadrati, nelle documentazione, come “apprendisti marinai”, i quali però avrebbero “pagato per fare miglia su quella nave al fine di convalidare il loro diploma. Una pratica comune del tutto legale”. Un escamotage che andrebbe bene in Italia, sotto la copertura legale del Jobs Act, ma che a livello internazionale fa scattare ancora le manette…
Contrordine camerati, il capitano della C-Star è stato arrestato
Andrea Palladino (http://www.famigliacristiana.it/)
Il capitano della nave della destra xenofoba C-Star sarebbe stato arrestato oggi dalla polizia locale, con l’accusa di non avere i documenti in regola. La notizia è stata pubblicata poco fa dal giornale turco-cipriota Kibris Postasi Gazetesi(www.kibrispostasi.com). L’equipaggio – che, secondo altre fonti, sarebbe composto in parte da marinai dello Sri-Lanka – è stato evacuato e la nave fermata nel porto di Famagusta, zona nord di Cipro.
Si tratta del secondo fermo dell’imbarcazione, rimasta all’ancora per quasi cinque giorni a sud di Suez la scorsa settimana e sottoposta a controlli delle autorità egiziane. Uno dei leader del movimento di estrema destra, l’austriaco Martin Sellner, ha confermato il fermo della nave alla testata BuzzFeed, rifiutandosi di aggiungere ulteriori dettagli (www.buzzfeed.com).
Prende corpo l’ipotesi che fosse proprio il porto di Famagosta, nella zona nord a controllo turco di Cipro, la base logistica scelta dall’organizzazione Generazione identitaria per lanciare la missione della C-Star, con l’obiettivo di boicottare l’azione umanitaria delle Ong impegnate nel mare tra la Libia e la Sicilia. Sulla rete social twitter è stata diffusa nelle scorse ore la foto dell’armatore della nave Tomas Egerstrom, mentre alcune fonti confermano la partenza per Istanbul di alcuni attivisti di Generazione identitaria. L’accesso alla zona nord di Cipro è infatti possibile partendo dalla Turchia, ed è anche al di fuori del controllo delle forze navali europee, impegnate con l’agenzia Frontex nell’emergenza migranti. Il porto e le acque della zona sono sotto la diretta influenza della Turchia.
Potrebbe dunque fermarsi nell’isola di Cipro la missione organizzata da diversi mesi da Generazione Identitaria che, ufficialmente, aveva l’obiettivo di monitorare e boicottare l’azione delle Ong impegnate nelle missioni di salvataggio in mare dei rifugiati. Diventa sempre più difficile per la C-Star attraversare il Mediterraneo evitando i controlli e i possibili fermi disposti dalle autorità.
LA GUERRA DI PROPAGANDA
E’ una sorta di guerra 2.0, quella in corso nel Mediterraneo, dove la tecnologia e la propaganda diventano armi, con rotte della navi manipolate da mani ignote, in grado di fornire dati falsi ai sistemi di tracciamento marittimo. Caldo, caldissimo è il fronte sud, la zona di soccorso dei rifugiati che tentano il viaggio verso le coste italiane, sfuggendo alle guerre, alle torture, alle prigioni dell’Africa. Da una parte le Ong, che hanno messo in mare navi per salvare vite, strappando i corpi all’annegamento spesso certo. Dall’altra un network europeo di organizzazioni di estrema destra, riunite sotto la bandiera di Generazione identitaria.
Ieri sera il profilo tweeter “Defend Europe”, gestito dall’organizzazione di estrema destra, ha lanciato un post: “Che tipo di salvataggio può fare la Ong Open arms quando la loro nave è ad un appena un miglio dalle coste libanesi?”. Al tweet è allegata la schermata di Marine Traffic, sito di monitoraggio delle rotte marittime, che mostra la nave della Ong spagnola vicina al Libano.
E’ la prova di un comportamento opaco? In realtà qualcuno, al momento ignoto, aveva poche ore prima manipolato il sistema Ais, che riceve i segnali dai trasponder delle navi. La Open Arms era in realtà regolarmente in navigazione nella zona di soccorso tra la Libia e la Sicilia. A scoprire l’hackeraggio è stata la stessa Marine Traffic: “L’unica spiegazione plausibile – spiega Alex Charvalias, esperto di Data intelligence di Marine Traffic, interpellato da Famiglia Cristiana – è uno spoofing (clonazione, ndr) del segnale, che ha utilizzato lo stesso MMSI (ovvero il numero univoco della nave, ndr)”. Insomma un’azione deliberata, non un errore del sistema.
LA NAVE DELLA DESTRA ARRIVA A CIPRO
Intanto la nave C-Star – la cui storia è stata ricostruita da Famiglia Cristiana – ha lasciato nei giorni scorsi il canale di Suez, entrando nel Mediterraneo, avvicinandosi alla zona di soccorso dei rifugiati in viaggio dalla Libia verso l’Italia. Fa parte del progetto “Defend Europe, lanciato da diversi mesi dal network europeo Generazione identitaria, organizzazione nata in Francia cinque anni fa che ha annunciato di voler boicottare l’azione di salvataggio delle Ong. Come non è chiaro. Ufficialmente gli attivisti della destra dichiarano che svolgeranno un’azione di monitoraggio, collegandosi con la Guardia costiera libica.
La C-Star – che appartiene ad una società inglese di contractors specializzata in sorveglianza armata antipirateria – è rimasta ferma la settimana scorsa per alcuni giorni a sud del canale di Suez. Secondo fonti inglesi sarebbe stata sottoposta a controlli da parte delle autorità egiziane, che hanno voluto verificare soprattutto la lista passeggeri. L’armatore, lo svedese Tomas Egerstrom, aveva dichiarato che l’equipaggio era stato fornito dalle sue società; alcuni team leader sono ex ufficiali ucraini e russi, specializzati in sicurezza armata privata in aree di conflitto. In altre parole mercenari.
UNA ROTTA MISTERIOSA
La rotta della C-Star è al momento un mistero. Secondo i sistemi di tracciamento radio navali (AIS) dopo aver lasciato il canale di Suez l’imbarcazione ha dichiarato come meta il porto di Tunisi. In realtà ha subito puntato verso l’isola di Cipro, entrando il 24 luglio nel porto sotto controllo turco di Famagosta. Prima si è fermata circa un’ora vicino alla banchina, poi per ore è rimasta al largo, con lo status “in attesa di ordini”. Alla fine, il 25 pomeriggio, è di nuovo entrata nel porto.
La destinazione Tunisi nel frattempo è stata cancellata dai messaggi AIS. Secondo il sito di una organizzazione cipriota, Ankara Değil Lefkoşa, vi sarebbe stato un cambio di equipaggio: venti membri sarebbero scesi, ripartendo via aereo, dieci sarebbero saliti a bordo. Gli ufficiali di bordo – spiega il blog, che ha pubblicato una foto della C-Star al largo di Famagosta – avrebbero dichiarato alle autorità turco-cipriote di “essere una nave UE in missione per il salvataggio in mare dei migranti”. Poco dopo è arrivata la notizia dell’arresto del capitano e del fermo della nave.
Ufficialmente la C-Star batte bandiera mongola, pur essendo di proprietà di un armatore britannico. E’ dunque probabile che almeno una parte dei militanti di Generazione identitaria sia già a bordo della C-Star, ancora prima dell’arrivo nell’area di operazione. E non è escluso che la nave eviti il porto di Catania, dove potrebbe essere sottoposta a controlli.
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