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Trump:” Hezbollah una minaccia per l’intero Medio Oriente”

Martedì 25 luglio, Donald Trump ha ricevuto Saad Hariri, primo ministro libanese, presso la Casa Bianca. Nel corso dei colloqui, Trump e Hariri hanno promesso di rimanere uniti nella lotta contro il terrorismo. «Hezbollah rappresenta una minaccia per la sicurezza dell’intero Medio Oriente» – ha denunciato, durante l’incontro, il presidente degli USA.

Davanti alla stampa, Trump si è complimentato con il governo libanese «perché protegge i confini nazionali ed impedisce a Daesh di istallarsi nel paese dei cedri”. Il presidente americano si è astenuto dal ricordare, invece, come in questi giorni l’esercito sia stato impegnato, insieme ad Hezbollah, nella lotta di liberazione dalla presenza jihadista di Daesh e Tahrir Al Sham (ex Al Nusra) dalla regione di Arsal.

Da parte sua Hariri ha ringraziato il presidente Trump per il sostegno americano all’esercito ed ai servizi di sicurezza, oltre al supporto USA nel “ preservare la pace e la stabilità lungo la frontiera meridionale con Israele

Nonostante i rapporti amichevoli, il maggiore elemento di contrasto tra Libano e USA è il partito sciita Hezbollah, sostenuto dall’Iran. Nei mesi scorsi, infatti, su pressione di israeliani e sauditi, il Congresso americano ha adottato una serie di sanzioni economiche nei confronti del movimento libanese. Hariri è preoccupato di un possibile inasprimento dell’atteggiamento americano nei confronti di Hezbollah che potrebbe provocare ripercussioni sia al governo di unità nazionale che alla stessa economia libanese.

Sul fronte libanese, a distanza di una settimana dall’inizio della battaglia di Arsal, Hezbollah ha annunciato la conclusione delle operazioni contro Al Nusra. La provincia di Arsal, nella regione nord orientale del paese, dal 2011 era diventata base operativa di Al Nusra per le sue operazioni in Siria. I miliziani jihadisti, ormai accerchiati, si sono arresi ed hanno accettato di abbandonare le loro basi verso Idlib con un “corridoio sicuro” garantito da esercito libanese e siriano. In cambio i miliziani jihadisti si impegnano a liberare almeno cinque ostaggi nelle loro mani dal 2014.

In Israele la rapida sconfitta di Al Nusra ha provocato un dibattito interno, riguardo alla capacità militare di Hezbollah. Secondo il quotidiano Yediot Ahronoth “la Resistenza Libanese, in questi 6 anni di guerra in Siria, è notevolmente cambiata”. Hezbollah da forza “asimmetrica” di guerriglia è diventato, secondo un recente report dell’intelligence israeliana, un vero e proprio esercito capace di adattarsi alla situazione e di eseguire operazioni militari terrestri come i migliori eserciti regolari.

Lo stesso Hezbollah, ormai considerato da numerosi analisti vera forza regionale dell’area, non nasconde più le proprie capacità militari ed ha fatto mostra del proprio arsenale, composto anche da carri armati e mezzi blindati, nella parata militare del novembre 2016 in Siria.

Al Akhbar, quotidiano libanese, afferma come, grazie al suo intervento militare in Siria ed alla lotta contro i miliziani jihadisti di Daesh e Al Nusra all’interno dei confini nazionali, «Hezbollah si sia affermato ormai come la vera risorsa militare del paese per difendere la sua integrità territoriale da qualsiasi minaccia (Al Nusra, ma soprattutto Israele, ndr)».

Nel suo discorso di ieri sulla vittoria di Arsal, il segretario generale del partito sciita, Hassan Nasrallah, è stato chiaro con un messaggio indirizzato al governo israeliano: «Hezbollah non è più quello del 2006, ha capacità militari offensive e difensive migliori e resta vigile lungo tutti i suoi confini».

«L’entità sionista» – ha concluso Nasrallah in riferimento all’atteggiamento provocatorio di Tel Aviv (sconfinamenti dello spazio libanese aereo e marino) ed alla vicenda della Spianata delle Moschee di Gerusalemme – «dovrà pensare bene se lanciare una nuova operazione militare in Libano per vedere, poi, decine di migliaia di combattenti sciiti provenienti dall’Iraq, dall’Afghanistan e dalla Siria entrare nei suoi territori».

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