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Israele bombarda in Siria. La tregua non piace a Tel Aviv

Israele la notte scorsa ha di nuovo bombardato la Siria.  La notizia di fonte libanese e siriana non è stata confermata “ufficialmente” da parte israeliana ma è stata rivendicata dal ministro degli esteri Lieberman. Secondo fonti legate a formazioni politiche e jihadiste schierate contro Damasco, quattro aerei israeliani  hanno attaccato com missili il ‘Centro statale di studi e ricerche’ che si occuperebbe di ricerca e sviluppo di armi biologiche e chimiche, nei pressi della citta’ di Hama, a 200 chilometri da Damasco, facendo almeno due morti.

L’agenzia Nena News riferisce che da parte sua l’esercito siriano parla di un raid aereo israeliano su un “impianto militare nei pressi di Masyaf”. Le forze armate siriane, in un comunicato rilanciato dall’agenzia statale Sana, mettono in guardia contro le “pericolose ripercussioni di questi atti ostili sulla sicurezza e la stabilità della regione” e sottolineano che l’attacco “arriva dopo le vittorie (militari siriane) contro l’Isis e mostra il sostegno di Israele ai terroristi”..

I comandi militari israeliani, come fanno di solito in questi casi, si sono rifiutati di commentare la notizia. Tuttavia in passato esponenti israeliani politici e militari hanno ammesso raid aerei contro presunti carichi di armi diretti al movimento sciita libanese Hezbollah alleato della Siria nella lotta contro le organizzazioni jihadiste e qaediste che occupano ampie porzioni di territorio siriano. Secondo, Amos Harel, analista del quotidiano israeliano Ha’aretz, il vero obiettivo di questa raida militare israeliano non sarebbe militare ma politico. Con il bombardamento, Netanyahu intende mandare a Russia e Stati Uniti il messaggio che Israele non gradisce l’accordo di tregua sulla Siria raggiunto dai due paesi che, secondo Tel Aviv, faciliterebbe troppo le vie di comunicazione tra l’Iran, la Siria e il Libano.

Da notare che l’attacco aereo israeliano contro il presunto “centro per la produzione di armi chimiche” è avvenuto poche ore dopo che le conclusione di indagini delle Nazioni Unite avevano attribuito a Damasco un attacco chimico che sarebbe stato compiuto lo scorso aprile nella provincia di Idlib – controllata dall’ex Fronte al Nusra (al Qaeda) – in cui morirono decine di persone.  La Siria ha sempre negato con fermezza di aver usato armi chimiche.

 

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