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“Chi ha sparato merita un encomio, chi ha diffuso il video la corte marziale”. La logica nazista del governo israeliano

“Il tiratore scelto merita un encomio, colui che l’ha filmato merita la corte marziale”, sembra un odiosa battuta invece è il commento diffuso martedì dal ministro della difesa israeliano Avigdor Liberman. Le Forze armate di Tel Aviv hanno concluso un’indagine preliminare sul video diffuso lunedi che mostra un cecchino israeliano che spara a un palestinese davanti alla recinzione di confine fra Gaza e Israele e si sentono i soldati di Tel Aviv esultare per il bersaglio umano raggiunto.

Qui il VIDEO

Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 22 dicembre 2017 vicino al valico di frontiera di Kisufim, e neanche duranti le mobilitazioni della “marcia del ritorno” palestinese come inizialmente affermato da chi ha postato il video.

Il palestinese non è stato ucciso, ma è stato colpito a una gamba. Il video non è stato girato dalla posizione esatta del cecchino israeliano, ed è opera di un altro soldato che non faceva parte dell’unità del tiratore. Le Forze armate israeliane dichiarano che coloro che hanno filmato e diffuso illegalmente il video saranno puniti secondo le regolari procedure. A proposito dei soldati che si sentono esultare nel video, il ministro israeliano Liberman ha detto: “Non rispecchiano l’etica delle Forze di Difesa israeliane, ma quando sei al fronte in situazioni di grande stress, a volte succede che si scarica la tensione in questo modo”. “Da quando in qua giudichiamo i soldati dall’eleganza del loro eloquio? – ha detto un altro ministro, Naftali Bennett, aggiungendo – “Preferisco un soldato che esulta a un padre in lutto. Anche nei quartier generali si possono sentire espressioni di esultanza dopo una missione, sebbene abbia comportato vittime fra i nemici. Esultano perché sono riusciti a realizzare con successo una  difficile missione in condizioni di estrema tensione. Noi inviamo i soldati a difendere i nostri confini dalle migliaia di terroristi che cercano di entrare e massacrarci, e non possiamo perdere la visione del quadro d’insieme. I soldati devono essere giudicati dagli organismi preposti, non dai social network”.

Di fronte ad affermazioni ed a una logica come quella esternata da ben due ministri del governo israeliano, che cosa si vuole di più per mettere fine all’impunitò e al pericolo nazista che le autorità israeliane rappresentano per i palestinesi, i popoli del Medio Oriente e per gli stessi ebrei?

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