A Parigi c’è un ragazzo in coma e due gravi all’ospedale perché stamattina delle specie di Robocop hanno pensato bene di fare un’irruzione stile teste di cuoio dentro l’università occupata di Tolbiac.
A due ragazzi hanno aperto la testa a manganellate, l’altro stava scappando saltando da un muretto insieme a dei suoi compagni, quando un poliziotto dell’antisommossa lo ha preso per la gamba, facendolo cadere da un’altezza di tre metri. Il ragazzo ha sbattuto la testa per terra e non si è più alzato, cominciando a perdere sangue dalle orecchie…
Queste ragazze e ragazzi stavano occupando l’università per difendere i diritti di tutti, per evitare che il Governo Macron introduca il numero chiuso e una feroce selezione di classe, che impedirebbe a molti giovani delle periferie o delle classi popolari di poter studiare e migliorare la propria condizione.
Che diranno ora i poliziotti, il governo, il rettore ai suoi genitori? Suo figlio era un pericoloso criminale, andava fermato? Stava attentando al nostro meraviglioso progetto di una società in cui i dirigenti sono i figli dei ricchi e per gli altri c’è il “tutti contro tutti”?
Se questo è il delitto, siamo tutti pericolosi criminali. Aspettiamoci dunque di essere sempre trattati così. E attrezziamoci di conseguenza.
“Désobeir est d’abord un mot d’amour”
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