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Corea. “La pace attraverso la potenza”. Seul punta al riarmo

Disinnescare le tensioni nella penisola coreana appare più complicato di ogni ottimistico annuncio. La prossima settimana a Pyongyang è previsto un nuovo vertice tra le autorità delle due Coree. Ma sul come procedere verso la denuclearizzazione e una pace duratura tra i due paesi divisi dal 38° Parallelo, i fatti sembrano smentire le parole.

Un eventuale nuovo summit Trump-Kim dovrà portare dei “risultati tangibili”, ha dichiarato la ministra degli Esteri sudcoreana Kang Kyung-wha intervenendo al forum dell’Apec in corso ad Hanoi, nel Vietnam. “Un secondo summit deve essere qualcosa che faccia avanzare l’agenda in maniera significativa. Ci vorranno risultati tangibili”.

Washington dal canto ha annunciato cinque giorni fa che Donald Trump aveva ricevuto una lettera di Kim Jong Un sull’organizzazione di un nuovo incontro fra i due uomini dopo lo storico summit bilaterale del 12 giugno a Singapore. Fin qui le parole. Ma i fatti?

La Corea del Sud ha fatto sapere di aver inaugurato il suo primo sottomarino d’attacco, in grando di lanciare missili da crociera contro ordigni balistici. Si tratta del Dosan Ahn Chang-ho – 3mila tonnellate di stazza e 700 milioni di dollari di costo – che è il primo di tre sottomarini a propulsione diesel-elettrico che deve prendere servizio nel prossimo quinquennio. E’ un “passo in avanti” per l’industria di difesa sudcoreana, ha dichiarato il presidente Moon Jae-in nel corso della cerimonia di lancio nei cantieri navali Daewoo, dove è stato progettato e costruito.

Moon sarà a Pyongyang la prossima settimana per il suo terzo summit con il leader nordcoreano Kim Jong Un, mentre le pressioni statunitensi per spingere la Corea del Nord a rinunciare al suo arsenale atomico sono a un punto morto. “Noi abbiamo intrapreso un grande viaggio verso la denuclearizzazione della penisola coreana”, ha aggiunto Moon, “La pace però non arriva gratis. La pace attraverso la potenza, è l’incrollabile strategia di sicurezza di questo governo”.

Pace attraverso la potenza”. Un concetto strategico che una volta si chiamava “equilibrio del terrore” o Mad, “Mutua distruzione assicurata”. Ha funzionato per quarantacinque anni di guerra fredda, ma poi molte cose sono cambiate. I quasi trenta anni di “pace” hanno visto più guerre che nei quattro decenni precedenti.

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