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Analisi del voto di Potere al Popolo

Alcune schematiche annotazioni attorno al voto ottenuto dalla Lista Potere al Popolo nelle elezioni legislative generali del 4 marzo 2018.

VOTO COMPLESSIVO

 

3% dei voti validi e allo 0,79% del totale degli aventi diritto.

Per il voto al Senato della Repubblica (25 anni d’età minimo) risultavano iscritti 42.778.821 elettrici ed elettori che hanno espresso 30.196.742 voti validi.

Potere al Popolo (voti compresi quelli dei candidati nell’uninominale) ha ottenuto320.210 pari all’1,06% dei voti validi e allo 0,74% del totale degli aventi diritto.

Non si nota quindi un particolare scostamento tra il voto della Camera e quello del Senato, tale da far pensare ad una prevalenza di voto giovanile che pure si è espresso.

VOTO PER AREE GEOGRAFICHE

Nord – Ovest

Voti validi 8.900.949

Voti Potere al Popolo 100.127 1,12% in linea con il dato nazionale

Nord – Est

Voti Validi 6.637.916

Voti Potere al Popolo 60.604 0,91%. Punto di debolezza. Si può pensare che a Nord Est la protesta verso l’Europa si completamente egemonizzata dalla contemporanea presenza di Lega e M5S.

Centro

Voti Validi 6.613.869

Voti a Potere al Popolo 105.539 1,59%. Percentuale nettamente superiore alla media nazionale. Si può pensare che per quel che riguarda la Toscana – ad esempio – nonostante tutte le difficoltà il messaggio di “Potere al Popolo” sia giunta in una qualche misura a insediamenti “storici” della sinistra. Il voto a Roma invece è stato probabilmente dovuto alla forte presenza in quella situazione dei sindacati di base e ad una certa continuità con la lista “Repubblica Romana” presentata alle comunali.

Sud

Voti validi 7.380.398

Voti a Potere al Popolo 92.636 1,25%. Anche in questo caso voto superiore alla media nazionale, grazie naturalmente al forte insediamento napoletano. Nel Sud si sono avuto oscillazioni con la Puglia ad esempio al di sotto dell’1%

Isole

Voti validi 3.292.267

Voti a Potere al Popolo 24.977 0,75.Percentuale nettamente inferiore alla media nazionale

GRADUATORIA DELLE CIRCOSCRIZIONI

Presentiamo la graduatoria delle circoscrizioni per la Camera dei Deputati (il voto al Senato è trascritto tra parentesi e in quasi tutte le circoscrizioni segna l’andamento nazionale)

1) TOSCANA 42.286 1,98 (35.317 1,77)

2) CAMPANIA 1 27.376 1,78 (SENATO, CAMPANIA UNICA CIRCOSCRIZIONE: 36.957 1,37)

3) LAZIO 1 35.711 1,77 (SENATO,LAZIO CIRCOSCRIZIONE UNICA 42.522 1,49)

4) LIGURIA 11.861 1,37 (SENATO 10,480 1,30)

5) PIEMONTE 1 17.220 1,35 (SENATO ,PIEMONTE CIRCOSCRIZIONE UNICA 23.247 1,02)

6) UMBRIA 6.733 1,31 (SENATO 5.625 1,22)

7) BASILICATA 4.027 1,28 (SENATO 3.554 1,24)

8) ABRUZZO 9.688 1,27 (SENATO 8.211 1,17)

9) CAMPANIA 2 18.138 1,22 (SENATO COMPRESO IN CAMPANIA 1)

10) EMILIA – ROMAGNA 29.525 1,16 (SENATO 26.275 1,11)

11) MARCHE 9.853 1,10 (SENATO 7.684 0,93)

12) MOLISE 1.927 1,10 (SENATO 1.847 1,15: IN QUESTO CASO LA PERCENTUALE DEL SENATO SUPERA QUELLA DELLA CAMERA)

13) CALABRIA 10.201 1,08 (SENATO 8.692 1,02)

14) LAZIO 2 10.956 1,02 ( SENATO COMPRESO IN LAZIO 1)

15) LOMBARDIA 1 22.546 1,02 ( SENATO, LOMBARDIA UNICA CIRCOSCRIZIONE 42.374 0,81)

16) TRENTINO – ALTO ADIGE 5.704 1,02 (SENATO 5.266 1,02. STESSA PERCENTUALE DELLA CAMERA)

17) PUGLIA 21.279 0,97 (SENATO 18.404 0,92)

18) PIEMONTE 2 10.878 0,92 (SENATO COMPRESO IN PIEMONTE 1)

19) SARDEGNA 7.885 0,90 (SENATO 7.480 0,92. ANCHE IN QUESTO CASO LA PERCENTUALE DEL SENATO E’ SUPERIORE A QUELLA DELLA CAMERA)

20) LOMBARDIA 3 11.294 0,89 ( SENATO COMPRESO IN LOMBARDIA 1)

21) FRIULI VENEZIA GIULIA 5.935 0,86 ( SENATO 5.117 0,79)

22) LOMBARDIA 4 7.504 0,81 (SENATO COMPRESO IN LOMBARDIA 1)

23) SICILIA 1 8.395 0,75 (SENATO , SICILIA UNICA CIRCOSCRIZIONE 15.661 0,71)

24) VENETO 1 8.229 0,73 ( SENATO, VENETO UNICA CIRCOSCRIZIONE 15.354 0,58)

25) SICILIA 2 8.697 0,66 ( SENATO COMPRESO IN SICILIA 1)

26) VENETO 2 11.211 0,64 (SENATO COMPRESO IN VENETO 1)

27) LOMBARDIA 2 6.963 0,57 ( SENATO COMPRESO IN LOMBARDIA 1)

VOTO NELLE AREE METROPOLITANE

Per concludere uno sguardo al voto nelle aree metropolitane: Torino, Milano, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari.

Potere al Popolo raccoglie 102.199 voti, pari al 27,47% del totale.

 

IN CONCLUSIONE

Un brevissimo commento ai dati, non disponendo di alcun titolo per formularne di più approfonditi. Nella sostanza, se si considerano le condizioni complessive nelle quali si è svolta la campagna elettorale (anche in conseguenza della vicenda del Brancaccio) e una certa “lateralità” della proposta politica,oltre agli altri fattori tradizionali di appesantimento (non presenza sufficiente sui media, il fatto di essere stati a lungo ignorati nei sondaggi, poca conoscenza del simbolo – su questo punto ha tratto vantaggio Rizzo che sicuramente ha raccolto una quota dei suoi 100.000 voti grazie a questo particolare -; nonostante tutto ciò la soglia di una massa critica di un certo significato, sul piano elettorale, è stata comunque superata. Tre appaiono i punti di forza: Toscana per via del persistere di storici insediamenti della sinistra; Roma per una presenza di movimento particolarmente attiva ma credo anche di organizzazione sindacale e politica capace di farsi riconoscere, Napoli – laddove la proposta è partita – grazie ad una forte presenza nel sociale.

I tre punti di forza ( o di minor debolezza, dirà qualche pessimista) possono sicuramente fondersi proficuamente, mantenendo ciascuno la propria peculiarità, all’interno di un originale progetto di nuova soggettività politica. Risulterebbe, a mio giudizio, del tutto esiziale per quanti si sono impegnati all’interno di questa proposta politica rinunciare a procedere verso la costruzione di una adeguata soggettività.

I punti critici riguardano il Veneto, laddove la protesta è guidata dalla Lega così come in Lombardia, fuori Milano, la Puglia e la Sicilia.

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4 Commenti


  • Gennaro Varriale

    troppa fretta


  • Alessandro Perrone

    Facendo la differenza tra il voto alla Camera con quello del Senato, in linea di massima, viene fuori cosa hanno votato i giovani dai 18 ai 25 anni che sono stati 3.726.687 pari all’8% dell’elettorato.
    Il voro a PaP è per il 14% espressione dei giovani (51.812 voti): la percentuale migliore di tutte le altre compagni elettorali, superata, purtroppo, solo dai neofascisti di Casapound, che hanno raccolto il 19% (61.642 voti), ma sono sulla piazza dal 2003 ed hanno fondato il loro movimento giovanile nel 2006.
    Questo mi pare il dato migliore per PaP in questa tornata elettorale.


  • marco

    cari compagni,
    Finalmente vi siete accorti del PC di rizzo, che pur correndo da solo ha preso un terzo (e dico un terzo) dei vostri voti di coalizione.
    Tuttavia devo ammettere che rimango basito dell’analisi con cui si liquida il rapporto con questa forza.
    Limitare il fatto che un singolo partito, ancora in rodaggio oltretutto, prenda un terzo dei voti che riesce a prendere un coacervo di più strutture, solo per la questione del simbolo, è un’analisi a mio giudizio molto superficiale e una forzatura dei dati oggettivi.
    A parte il fatto che se anche volessimo ridurre la cosa ad una questione di copyright sull’immagine, questo sarebbe la dimostrazione che i simboli contano e come!
    Ma la riduzione semplicistica è anche molto svilente nei confronti del vostro programma.
    Infatti, con la differenza per la questione dei diritti civili, PC e PaP hanno praticamente lo stesso programma.
    Un pò più radicale quello del PC sulla questione dell’uscita da euro e UE senza se e senza ma.
    Io non vorrei che questo gioco al minimizzare la questione fosse il sintomo epidermico di un’intenzione sottotraccia a voler condurre una guerra per l’egemonia.
    Essendo stato per 23-24 anni dentro il PRC conosco certe dinamiche e so che ci potrebbero essere benissimo alcune persone che ventilano l’idea.
    A parte la pochezza del pensiero in se, però chi ne viene accarezzato dovrebbe considerare come questo pensiero sia scollato dalla realtà contingente.
    Non parliamo più di una probabile lotta di egemonia tra forze rilevanti, dotate di rappresentanza che elettoralmente parlando potevano valere cifre oscillanti tra il 3% e il 9%.
    Qui parliamo di uno zoccolo duro, anzi durissimo di militanza fortemente ideologizzata che nonostante le sconfitte sta cercando di riorganizzarsi.
    Pensa davvero il compagno astengo che sia possibile spostare tale gruppa di persone solo con indifferenza e coercizione?
    Mi auguro di no, perchè il contrario sarebbe la prova di quanto poco certi quadri conoscono del popolo comunista.
    Io personalmente penso che partendo dall’appello che il PC fece molto prima delle elezioni, la prospettiva di creare un luogo comune dove pur rimanendo due cose distinte ed eutonome, si possa agire (in ultimo anche sul piano elettorale) di comune accordo tra PC e PaP, sia l’unica strada percorribile per creare quel minimo di massa critica in grado di far ripartire dei rocessi riaggregativi che 15 e rotti anni di sconfitte e comportamente come quello esposto sopra, hanno contribuito a disperdere.
    Confido che un’analisi della situazione pragmaticamente marxiana vi dimostri alla fine che questa è l’opzione più ralistica.


  • Dante Goffetti

    Scusa, compagno Astengo, ma credo che il 27,47% da te indicato per le aree metropolitane sia un errore (altrimenti avremmo superato la soglia di sbarramento). Credo che la percentuale sia 2,7% o giù di lì. Comunque, grazie per la interessante analisi. Saluti rossi

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