Il Ministero degli Affari Esteri messicano ha chiesto al governo degli Stati Uniti di condurre un’indagine approfondita sugli “atti di violenza” registrati tra il 25 novembre e il 1 ° gennaio sul confine Tijuana-San Diego, durante i successivi tentativi di membri della carovana migrante per trasferirsi nel territorio degli Stati Uniti, che sono stati intercettati e respinti dagli agenti di frontiera di quel paese.
Il ministero degli Esteri ha riferito di aver inviato una nota diplomatica all’ambasciata statunitense in Messico per richiedere l’indagine e si è rammaricato che qualsiasi tipo di atti violenti siano stati registrati al confine con il Messico.
A causa degli incidenti, il Ministero degli Affari Esteri convocherà il Dipartimento per la sicurezza interna in una riunione del Consiglio per la prevenzione della violenza di frontiera.
Parallelamente, l’ufficio presieduto dal segretario Marcelo Ebrard Casaubón ha affermato che il Messico manterrà un approccio di cooperazione per affrontare il fenomeno migratorio in modo bilaterale, prendendosi cura delle sue cause e riconoscendo che si tratta di una responsabilità condivisa.
Ha anche assicurato che l’amministrazione messicana si è impegnata a rispettare i diritti umani e la sicurezza di tutti i migranti.
A Capodanno, circa 150 immigrati avevano provato a saltare il confine che separa Tijuana dagli Stati Uniti con l’idea che, forse quel giorno, la sicurezza sarebbe stata più lassista. Ma quando sono arrivati sul posto, la polizia di frontiera degli Stati Uniti li ha ricevuti con i gas lacrimogeni, cercando di rimuoverli dalle recinzioni.
La serata si è conclusa con 25 immigrati detenuti e con le guardie di frontiera statunitensi che affermavano di aver usato violenza per autodifesa, ma alcuni testimoni hanno dichiarato che in nessun momento i migranti hanno attaccato e che si trattava di un’azione di eccessiva brutalità.
Un incidente simile era avvenuto già a novembre, quando un altro gruppo di persone ha cercato di attraversare il confine con gli Stati Uniti. Anche in quella occasione, il Messico aveva chiesto al governo di Donald Trump di aprire un’indagine.
Centinaia di migranti si sono sistemati in campi di fortuna attorno a Tijuana.
Fonti: La Jornada, Resumen Latinoamericano, El Pais
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