La gente a Tripoli è tornata ieri in piazza dopo la manifestazione della settimana scorsa. In Piazza dei Martiri, i manifestanti hanno innalzato striscioni per denunciare il rischio di una “militarizzazione” dei processi politici nel Paese. E hanno contestato apertamente anche la Francia, accusata di avere appoggiato l’offensiva del generale Haftar militare contro Tripoli. Ma tra gli obiettivi delle proteste dei manifestanti c’è anche il presidente francese Macròn. “Lasciaci in pace”, recita un cartello con una foto di Macròn sbarrata da una croce rossa. Alcuni partecipanti al corteo, per sommo di sfida, indossavano i “gilet gialli” diventati ormai l’incubo del presidente francese.
E proprio la Francia ieri ha dovuto accettare di “fare la mossa” con il suo partner/competitore sullo scenario libico: l’Italia. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, ha avuto un vertice alla Farnesina con il collega francese Jean-Yves Le Drian, sottolineando che “la nostra posizione comune e condivisa è che si debba arrivare in tempi rapidi a un cessate il fuoco”. Posizione fondata “sulla convinzione condivisa che non esiste soluzione militare che possa risolvere le complicate questioni politiche della Libia”. Non ci può essere nessuna soluzione e “nessun progresso senza una solida intesa franco-italiana’, ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, parlando nella conferenza stampa a fianco del ministro degli Esteri Milanesi.
La prossima settimana a Roma è prevista una riunione a livello di direttori politici dei ministeri degli Esteri di Italia e Francia e dei Paesi “più interessati a quanto sta succedendo in Libia”.
Il generale Haftar intanto riceve le telefonate di molti capi di stato. Dal ministro degli esteri della Tunisia a Donald Trump, il quale nel colloquio telefonico con Haftar ha discusso della ”necessità di raggiungere la pace e la stabilità” afferma la Casa Bianca, secondo la quale ”Il presidente ha riconosciuto il significativo ruolo di Haftar nel combattere il terrorismo, e i due hanno discusso una visione comune per la transizione della Libia verso un sistema politico stabile e democratico”.
La foto è ripresa da Askanews
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