Il 25 aprile del 1974 una rivolta militare – sostenuta da un’ampia mobilitazione popolare – metteva fine al regime dittatoriale di António de Oliveira Salazar che durava da decenni nel paese lusitano. La fine di questa dittatura provocò anche l’implosione del sistema coloniale portoghese (Guinea Bissau, Monzambico, Angola, Capo Verde, Sao Tomè e Principe).
Il push militare, condotto dai settori progressisti dell’esercito, fu soprattutto la risultante di un lungo lavorio, nei duri anni della repressione autoritaria, condotto clandestinamente dai comunisti, dai socialisti e – nei territori coloniali – dalle organizzazioni politico/militare dei vari movimenti di liberazione nazionale.
L’MFA (la denominazione del Movimento delle Forze Armate) aprì la strada ad un processo di forte protagonismo sociale nel paese e di grande attivismo politico, in un Mediterraneo dove permanevano regimi fascisti come nella Spagna Franchista o nelle Grecia dei Colonnelli o come nella stessa Italia, dove lo stragismo di Stato e le scorribande squadristiche erano una costante per arginare il movimento operaio e le sue organizzazioni.
Il tutto in un mondo “bipolare”, dove la contrapposizione USA/URSS aveva nel Mediterraneo una sua linea di faglia molto sensibile e la NATO era (ed è ancora tutt’ora) uno strumento di comando, controllo e di aggressione interna ed esterna ai propri confini.
Anche per la persistenza di questo complesso contesto generale, la Rivoluzione dei Garofani (come fu stata denominata questa bella vicenda politica) ebbe un grande eco nel nostro paese, dove si svolsero grandi manifestazioni a sostegno della lotta e della vittoria conseguita dal popolo portoghese. Molti compagni e dirigenti dell’allora sinistra rivoluzionaria italiana si recarono in Portogallo per conoscere dal vivo e studiare questa esperienza che – nell’approvazione della Costituzione del 1976 – sancì, anche formalmente, un “percorso di transizione al Socialismo” e l’obiettivo di una “società libera, giusta e solidale“.
Successivamente – anche a causa della controffensiva borghese e della pesante gabbia rappresentata dalla divisione dell’Europa in blocchi tra le due superpotenze – le ragioni della Rivoluzione dei Garofani si affievolirono e l’intero moto sociale si depotenziò.
Addirittura molti dirigenti dell’MFA o del Partito Comunista subirono poi ondate repressive, carcere ed esilio.
In altra sede ritorneremo con più accuratezza su questa originale esperienza storica…. Intanto ricordiamo la liberazione di questo popolo dalla dittatura, la fine della lunga stagione del colonialismo portoghese e la straordinaria funzione di avanguardia e di autentica direzione politica che seppero svolgere i comunisti del Portogallo in questo complicato tornante storico.
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