L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro era “pienamente consapevole” di un piano elaborato da militari golpisti per assassinare, tramite avvelenamento, il presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva dopo le elezioni del 2022, secondo un rapporto della polizia reso pubblico questo martedì.
L’attentato, pianificato per essere eseguito prima dell’insediamento di Lula il 1º gennaio 2023, aveva anche l’obiettivo di uccidere il vicepresidente eletto Geraldo Alckmin e il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, all’epoca capo del Tribunale Superiore Elettorale e attualmente relatore del caso.
“Le prove raccolte indicano che Jair Bolsonaro aveva piena conoscenza del piano operativo ‘Pugnale Verde e Giallo’, così come delle azioni clandestine svolte sotto il nome in codice ‘Copa 2022’“, si legge nel rapporto della Polizia Federale, reso pubblico dalla Corte Suprema nell’ambito delle indagini sul tentativo di colpo di stato contro Lula.
Le autorità brasiliane basano le loro accuse sui “registri di ingresso e uscita dei visitatori al Palazzo dell’Alvorada”, residenza ufficiale della Presidenza, sul “contenuto dei dialoghi tra i membri del circolo ristretto” dell’ex leader di estrema destra e sull'”analisi di date e incontri” avvenuti in quel periodo.
Il piano di un alto ufficiale
Di conseguenza, si sospetta che Bolsonaro fosse consapevole del piano, presumibilmente elaborato dal generale in pensione Mario Fernandes, allora segretario esecutivo della Segreteria Generale della Presidenza brasiliana.
Diversi documenti ottenuti dalla Polizia Federale descrivono “tutti i dettagli necessari per l’esecuzione” dell’attentato, che includeva l’uso di membri di un gruppo d’élite dell’Esercito, noti come “kids pretos”, e l’impiego di armi da guerra contro veicoli blindati.
Secondo il rapporto, i golpisti avevano previsto la possibilità di “numerose vittime” durante l’operazione, compresi “eventuali militari coinvolti”.
L’obiettivo finale era “sequestrare ed eseguire” de Moraes e uccidere Lula attraverso un avvelenamento con un agente chimico che avrebbe causato un “collasso organico”, oltre a eliminare anche il suo compagno di corsa, Geraldo Alckmin.
Documenti e prove
“Esistono prove” che dimostrano come il 9 novembre 2022 Fernandes abbia stampato, presso il Palazzo presidenziale di Planalto, un documento contenente i passaggi dettagliati per compiere il triplice omicidio, e successivamente si sia recato al Palazzo dell’Alvorada, dove si trovava Bolsonaro, ha dichiarato la Polizia.
Il 6 dicembre dello stesso anno, il generale in pensione ha nuovamente stampato il piano, denominato “Pugnale Verde e Giallo” in riferimento ai colori della bandiera brasiliana. L’attacco era stato programmato per il 15 dicembre, due settimane prima dell’insediamento di Lula.
Accuse e rischi legali
La scorsa settimana, la Polizia Federale ha presentato accuse alla giustizia contro Bolsonaro e altre 36 persone, tra cui diversi militari di alto rango e ex ministri del suo governo, per i reati di “abolizione violenta dello Stato Democratico di Diritto, colpo di Stato e associazione a delinquere”.
Le pene combinate per questi crimini potrebbero arrivare a circa 30 anni di carcere. Bolsonaro ha minimizzato le accuse di golpismo, dichiarando che “non ha mai” discusso la possibilità di annullare le elezioni per rimanere al potere.
* da Cooperativa.cl
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