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Londra. Curdi in sciopero della fame, ma Amnesty International chiama la polizia

L’azione di disobbedienza civile presso l’ufficio di Amnesty International a Londra nei giorni scorsi, si era trasformata in uno sciopero della fame contro l’isolamento di Abdullah Öcalan.  Oggi però la direzione di Amnesty ha chiamato la polizia.
Alcuni attivisti, tra cui anche alcuni dei protagonisti dello sciopero della fame, sono stati arrestati e sono detenuti.

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L’Associazione Culturale dei Lavoratori Migranti (Gik-Der) e l’Assemblea del Popolo Curdo mercoledì avevano promosso una manifestazione a Londra per protestare contro l’isolamento aggravato imposto al Leader del popolo curdo Abdullah Öcalan sull’isola carcere di Imralı in Turchia.

La protesta è iniziata con un’azione di disobbedienza civile presso gli uffici di Amnesty International (AI) a Londra. Il gruppo non ha lasciato l’edificio nonostante una forte insistenza.

Quattro persone in rappresentanza dei manifestanti hanno incontrato il responsabile di AI per la Turchia e gli hanno parlato degli abusi subiti dai prigionieri in Turchia affermando che il silenzio di Amnesty International a fronte dell’isolamento di Abdullah Öcalan è inaccettabile.

Il gruppo ha presentato anche un dossier con informazioni dettagliate chiedendo all’organizzazione , finora rimasta in silenzio, di assumersi responsabilità e agire dato che migliaia di prigionieri sono in sciopero della fame a tempo indeterminato chiedendo la fine dell’isolamento e le loro condizioni di salute hanno già oltrepassato la soglia critica e molti prigionieri sono stati messi in isolamento.

L’ufficio di AI responsabile per la Turchia ha affermato che stanno seguendo le condizioni di Öcalan ma di non essere in grado di fare qualcosa per ora, mentre hanno però chiesto che gli avvocati presentino loro un rapporto ufficiale sulla repressione nei confronti dei prigionieri.

Durante l’incontro, durato un’ora, gli attivisti curdi hanno sollecitato Amnesty International a rilasciare una dichiarazione sull’isolamento di . Quando le loro richieste non hanno avuto risosta, sei attivisti hanno annunciato di dare inizio a una resistenza in sciopero della fame nell’ufficio di AI.

Una dichiarazione fatta a nome degli scioperanti annuncia che sono determinati a portare avanti la loro azione iniziata contro l’atteggiamento e il silenzio di Amnesty International

A seguito del lancio dell’azione, dozzine di persone sono entrate nell’edificio esprimendo la loro solidarietà con gli attivisti in sciopero della fame. Altre persone si sono riunite sul posto in solidarietà con la protesta.

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