E’ “saltata” la missione ufficiale dell’ Unione Europea prevista per domani. Alla missione avrebbero partecipato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell e il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio. “Rinviata a data da destinarsi, alla luce delle condizioni attuali”: ha fatto sapere il ministero degli Esteri del Governo di accordo nazionale libico cioè Tripoli. Per questa mattina alla Farnesina era stata convocata una riunione operativa. I piani di volo per la delegazione, che comprendeva i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Gran Bretagna, erano stati già predisposti.
La missione Ue si prefiggeva di avere colloqui diretti sia con il capo del governo, Serraj, sia con il generale Haftar. Il recente invio da parte della Turchia di oltre un migliaio di miliziani siriani filoturchi, a sostegno di Serraj, ha indicato un cambio di passo nel conflitto libico, aggravato dall’arrivo delle prima truppe d’elite turche in Libia. Le forze armate dell’ Egitto, che con l’Arabia Saudita ha condannato la scelta di Erdogan di intervenire nel conflitto, hanno compiuto in questi giorni un’ ampia esercitazione militare a ridosso della frontiera e delle coste libiche.
Il ministro degli Esteri italiani Di Maio ha contattato sia Serraj che Bruxelles. Questa sera avrebbe dovuto incontrare a Roma il “rappresentante della politica estera europea” Borrell e il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas, ma l’appuntamento rischia di saltare. “La situazione in completa evoluzione su diversi fronti, dalla Libia all’ Iran e all’ Iraq, non permette per il momento di fare nessuna programmazione sull’agenda dei prossimi giorni di Borrel”, hanno fatto sapere da Bruxelles. Sull’esito della missione europea pesa poi il silenzio della Francia che sembra intenzionata a giocare una partita in proprio.
Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Mohamed Siala, ha confermato alla tv “Libya Al Ahrar” che il governo di accordo nazionale ha chiesto alla delegazione Ue, un rinvio della missione a Tripoli, prevista per domani 7 gennaio. Il rinvio è stato chiesto ufficialmente per ragioni di sicurezza. Più probabilmente, come riferiscono ad Analisi Difesa fonti libiche solitamente ben informate, “perchè nessuno in Libia ha più interesse a dialogare con gli europei la cui missione peraltro non aveva proposte concrete da avanzare”.
Sul campo intanto si registra una pesante escalation militare con l’arrivo delle prime truppe dalla Turchia e con il bombardamento contro la caserma dei cadetti di Tripoli che ha provocato almeno 30 morti. Immediata reazione dell’ esercito di Serraj, che ha causato almeno tre morti tra le milizie di Haftar, e sarebbe stata condotta anche con l’ utilizzo di un drone di fabbricazione turca.
Intanto un gruppo di èlite di soldati turchi specializzati in disturbo dei radar e difesa aerea sono arrivati a Tripoli ha rivelato il Libya Observer, “Andiamo a rafforzare la posizione del governo legittimo che ci ha chiesto di intervenire. La nostra non è una spedizione di legionari. Il compito dei nostri soldati è il coordinamento. Lì svilupperanno il centro operativo. I nostri soldati stanno gradualmente raggiungendo la Libia da questo momento”, ha dichiarato il presidente turco Erdogan.
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